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martedì, Aprile 30, 2024
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Carlo Barbera con successo alla Filanda di Roccalumera

Domenica sera, Carlo Barbera, noto cantattore della riviera jonica, nello spettacolo “Conversazioni di un moderno Cantastorie” all’Antica Filanda di Roccalumera, ha divertito, emozionato ed insegnato a pensare il pubblico intervenuto. E’ stata la prima performance per l’nedito teatro d’inverno che ha preparato con passione e il solito estro musicale, presentando delle nuove ballate che hanno colpito i presenti sia per il messaggio, intriso di riferimenti attuali, che per la competenza espressiva e la maestria di conduzione dellle storie proposte, in merito alla gioia di vivere il teatro, al senso dell’esistenza, alla politica, al rapporto con Dio. Particolarmente significativa la storia del piccolo borghese Belluca, ripresa dalla novella “Il treno ha fischiato” di Luigi Pirandello, da cui si può trarre la visione del mondo del famoso scrittore siciliano, ancora attuale per quanti si chiudono nel proprio “lager”, privati della libertà di conoscere il mondo che li circonda. Il protagonista della vicenda è infatti un grigio ragioniere, scrupolosissimo sul lavoro ed irreprensibile nella vita privata. La narrazione di Carlo Barbera che ricostruisce fedelmente e artisticamente il quadro effettivo che si cela dietro le apparenze del protagonista, con interpretazione multilaterale, si esplica, in tutta la sua incisività, per interpretare il senso di oppressione sul posto di lavoro e la vita tra le mura domestiche piuttosto alienante di Belluca, mentre assiste tre donne completamente cieche (la moglie, la suocera e la sorella di lei) nonché provvedere al mantenimento di due figlie vedove con figli. Il fischio di un treno proietta la mente di Belluca in mondi “altri” liberi da ansie e preoccupazioni e con il suo improvviso comportamento di apparente “follia” si tira fuori da una situazione impossibile da sostenere. La ricostruzione narrativa della novella, a cura di Carlo Barbera, ci offre l’occasione di riflettere su un tratto caratteristico di Pirandello che ragiona sull’uomo contemporaneo, presentando la normalità quotidiana come “Lager” per evidenziare la vera follia, che minaccia il sistema delle relazioni pesanti, sia parentali che sociali, da cui si è costretti ad evadere. A conclusione della serata Carlo Barbera, da autentico mattatore, interpreta la canzone “Auschwitz” di Francesco Guccini, facendo accaponare la pelle ai presenti in sala. 

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