Capodanno 2020 eravamo in dieci, Capodanno 2021 siamo rimasti in due –
di Pino Prestia

Certamente lo ricorderemo questo Capodanno, il più disastroso dopo la Seconda guerra mondiale. Lo ricorderemo perchè il maledetto virus che ha aggredito le nostre famiglie ci ha costretti a sottoporci a certe condizioni, scardinando quelli che sono i nostri valori, il rispetto della famiglia, le tradizioni. Lo scorso anno a casa mia eravamo in dieci, tra genitori, figli, nuore e nipote. Grande baldoria, grande festa di fine anno. Abbiamo gustato, tra una barzelletta e l’altra, le tradizionali tredici pietanze e poi tutti davanti al televisore, finchè a mezzanotte le lancette non si sono soprapposte. Vino, spumante, champagne nei nostri calici, tutti a brindare, tutti a stringerci tra baci e abbracci. Quest’anno siamo rimasti in due, io e mia moglie. E c’è tristezza in noi, perché a tavola non possiamo essere più di sei, ma soprattutto perché alle ventidue scatta il coprifuoco e non si può più uscire di casa. Limitazioni che ci hanno costretto a rimanere ognuno a casa propria. A mezzanotte la videochiamata per vederci tutti insieme sul telefonino. Ma non è la stessa cosa. Si, la tecnologia ha fatto passi da gigante perché ci consente di superare immediatamente delle difficoltà, ma certamente non riuscirà a ridarci quel calore umano, tipico della festa di Capodanno. Soprattutto non riuscirà a darci l’amore dei parenti, dei figli, dei nipoti. E mi commuovo pensando ad una limitazione, per qualche anno ancora, di questa tipica festa, di queste tradizioni, che una volta l’anno uniscono le nostre famiglie allo stesso tavolo per brindare insieme. Per il Capodanno 2021 saremo io e mia moglie a brindare, da soli. E mancando quel calore umano di figli e nipoti forse ci addormenteremo davanti il televisore, magari sognando che il maledetto virus sia passato e andato via, per riappropriarci così della nostra libertà e delle nostre tradizioni.