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venerdì, Maggio 17, 2024
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Pensilina anti clochard nella stazione di Santa Teresa

SANTA TERESA DI RIVA – Panchina anti clochard anche nella stazione ferroviaria di Santa Teresa di Riva. Sul piano di seduta di una delle tre panchine della stazione sono stati sistemati due braccioli che impediscono di sdraiarsi. Una su tre: forse un pentimento in corso d’opera o per le altre mancavano i braccioli? Le Ferrovie, invece di preoccuparsi di far arrivare in orario i treni o, nel caso specifico, di ripulire l’ex scalo merci di S.Teresa, tornato ad essere una selva oscura piena di ratti e  scarafaggi, si preoccupa delle panchine anti clochard…

“Le panchine anti-clochard rappresentano un provvedimento incivile” aveva commentato il presidente della Camera, Laura Boldrini, parlando di un tema che in questo periodo sta dividendo l’opinione pubblica delle città dove sono già installate. “Penso che la convivenza civile sia un bene da raggiungere per tutti e debba essere l’obiettivo di chi amministra, sia a livello locale che nazionale – ha aggiunto l’onorevole -. Creare separazioni, diffidenza, se non odio, non serve a nessuno. Non credo che sia lungimirante un provvedimento di questo genere e penso che si commenti da solo”. La dichiarazione è del 10 maggio 2014 ed è stata riportata da tutti i media. Nonostante il biasimo della presidente e di gran parte dell’opinione pubblica, le panchine con i braccioli anti – barbone restano al loro posto. Ma le Ferrovie non sono anche dello Stato?

“Non siate mai indifferenti. Se vedete un clochard per strada, non date lui la moneta, non cacciatelo, ma chiedetevi perché è lì?” è scritto nella nostra Costituzione.

Ma soprattutto cosa insegnano quelle sbarre ai giovani studenti pendolari che ogni giorno frequentano la stazione ferroviaria di Santa Teresa di Riva per raggiungere le loro destinazioni? Non è forse un atto di violenza “bianca” cacciare degli uomini da una panchina? Oggi, più di ieri, i nostri ragazzi vengono educati all’accoglienza, alla tolleranza, al rispetto. Si cerca di isolare i casi di bullismo contro i migranti, ci si indigna quando un clochard viene picchiato.

Ma chi sono coloro che popolano i giorni e le notti della nostra piccola stazione?  Migranti, forse. Romeni, anche. Spesso sono italiani, uomini che hanno perso tutto, casa, famiglia, affetti, che non hanno dove passare la notte se non in spiaggia o su una panchina alla stazione. Se nemmeno una panchina può essere di tutti, allora a che serve leggere la Costituzione in classe o la Dichiarazione universale dei diritti umani?  Certamente, le panchine sono di tutti, anche di chi vuole sedersi e non può per via di qualche barbone disteso, ma la comprensione e l’umana pietà servono anche a questo. E non si comprano al supermarket.

Altro discorso è invece la pulizia dell’ex scalo merci. Si è nuovamente riformato la “foresta”, una vegetazione spontanea e rigogliosa che non ha nulla di attrattivo se non per i topi.  

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