Prosegue l’attività di preparazione verso l’allestimento dell’area deposito che Rfi-Italferr appronterà dal prossimo anno a Trappitello in vista del maxi-cantiere per il raddoppio ferroviario Giampilieri-Fiumefreddo. I responsabili di Rfi intendono incontrare a breve i vertici della Rete Fognante e i tecnici del Consorzio e dei Comuni di Taormina e Giardini per concordare un piano strategico riguardante il trattamento delle acque nell’ambito delle attività di cantiere.
“Per quanto riguarda l’immissione delle acque che escono fuori dall’impianto di depurazione – ha spiegato infatti l’ing. Salvatore Vanadia (project manager di Italferr) – dovremo condividere con i tecnici comunali quali sono le portate che la rete fognante può ancora accogliere e nel caso in cui la rete non possa accogliere faremo delle vasche di laminazione, un intervento usuale in questa tipologia di lavori. Se l’acqua che deve andare dentro non ce la fa perchè il recapito non è compatibile, allora in quel caso si creano delle vasche polmoni in modo da contenerla a monte. Ad ogni modo tutta l’acqua che riusciremo a depurare verrà utilizzata nell’ambito del cantiere perchè, nel Piano di monitoraggio ambientale, è previsto che le piste vengano giornalmente bagnate per evitare che si alzi la polvere”.
Sulla localizzazione del deposito di smarino a Trappitello non si sono ancora spente le polemiche e le preoccupazioni, legate soprattutto alla vicinanza dei pozzi dell’acquedotto di Trappitello. Sulla questione Rfi ha rassicurato che non ci saranno infiltrazioni o condizioni di rischio ma è stato anche precisato che non ci sono alternative logistiche all’area scelta per il cantiere. “Il fatto di aver previsto l’area di stoccaggio nell’attuale zona – ha detto l’ing. Vanadia – deriva dal fatto che il materiale fratturato è quasi un fango e quindi non è trasportabile e non è possibile trovare un’area di cantiere lontana dall’imbocco della galleria. Il materiale va portato lì, altrimenti la fanghiglia potrebbe scendere giù dai camion. E’ una necessità: quegli impianti, quelle vasche stanno a ridosso dalla galleria. Li abbiamo anzi confinati quanto più a monte possibile, e rispetto alla falda ci siano spostati da 300 a 500 metri, nel punto più lontano possibile dal pozzo. C’è un’esigenza di lavoro e di cantiere. Il progetto prevede poi la demolizione delle vasche e il ripristino delle aree”.