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giovedì, Dicembre 5, 2024
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Il M5S lancia la sfida a De Luca per le Regionali, Schifani in affanno prova a ricucire con gli alleati

Neppure il tempo di immortalare con la classica photo opportunity una ritrovata unità che i leader dell’opposizione iniziano a punzecchiarsi. Così il referente del M5s in Sicilia Nuccio Di Paola, nonché vice presidente dell’Assemblea regionale, lancia il guanto di sfida a Cateno De Luca come primus inter pares del fronte che si oppone al centrodestra.
“Chiedo un confronto con il presidente Schifani – ha affermato all’Ansa Di Paola – per discutere di questo grave fenomeno che riguarda la fuga dei nostri giovani, porterò con me il mio assessore designato alle politiche giovanili e alla legalità Ismaele La Vardera (attuale deputato di ScN)”. Un appello, quello di Di Paola, che ha un convitato di pietra: Cateno De Luca, appunto.
Mercoledì infatti, nella prima conferenza stampa unitaria organizzata all’Ars dai gruppi di opposizione (M5s, Pd e ScN) che ipotizzano di estendere il dialogo avviato in Parlamento anche all’esterno nella prospettiva di creare una coalizione per le prossime regionali, Cateno De Luca aveva invitato Schifani a un confronto sulla programmazione e la spesa dei fondi comunitari aggiungendo che avrebbe portato con sé il suo assessore designato all’Economia Luigi Sunseri, attuale deputato del M5s. Una sorta di auto-candidatura per la leadership della futura coalizione e che il leader di ScN ha definito “comitato di liberazione della Sicilia”. E la risposta ora di Nuccio Di Paola, che parla a nuora (Schifani) perché suocera (De Luca) intenda, apre di fatto la competizione interna in attesa che questo fronte alternativo al centrodestra prenda corpo anche al di fuori del Palazzo.
Nel frattempo in casa centrodestra le frizioni non accennano a diminuire, con il governatore Schifani che prova a correre ai ripari attraverso ‘bilaterali’ con gli altri big della maggioranza, dal presidente dell’Ars Galvagno (Forza Italia) al segretario della Dc Totò Cuffaro.
I franchi tiratori – almeno tredici – che hanno impallinato alla prima votazione in aula, e davanti agli occhi del presidente della Regione, la riforma delle Province che conteneva la reintroduzione del suffragio popolare, approfittando del voto segreto chiesto dalle opposizioni, non si anniderebbero solo nel gruppo di Fdi, su cui molti alleati hanno cercato di scaricare la responsabilità dell’ammutinamento. Ma sarebbero sparsi anche negli altri quattro gruppi di centrodestra e per ragioni differenti.
Per questo Schifani lancia un avviso agli alleati, consegnato dal governatore al presidente dell’Ars: “Nel caso in cui fatti del genere dovessero ripetersi, verranno assunte decisioni politicamente importanti”. Mentre Fratelli d’Italia prova a scrollarsi di dosso le accuse e rilancia con i due coordinatori meloniani in Sicilia, Salvo Pogliese e Giampiero Cannella: “auspichiamo che il Parlamento possa legiferare nel più breve tempo possibile per immaginare la prima data utile, successiva alle europee, per far tornare i siciliani a scegliere i propri rappresentanti nelle Province ma, nelle more, occorre mettere subito fine all’esperienza commissariale e attuare la legge in vigore che prevede le elezioni di secondo livello negli Enti provinciali”.
Sullo sfondo permangono gli attriti tra Fratelli d’Italia e Lega e all’interno della stessa compagine siciliana del Carroccio, come abbiamo scritto ieri. E a farne le spese potrebbe essere adesso la ’sanatoria’ sulle villette al mare, provvedimento già approvato in commissione regionale ma che potrebbe essere accantonato per evitare che la maggioranza subisca una nuova sconfitta, per la serie non c’è due senza tre.

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