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Politica – Perché Schifani sbatte (per finta) la porta in faccia a Cuffaro?

Anche se mancano ancora circa otto mesi alle elezioni europee, la politica regionale è più in fermento che mai. Una vivacità che è strettamente legata allo stato di salute della giunta regionale targata Schifani, con le consuete fibrillazioni della finanziaria e – soprattutto – con le attenzioni e gli appetiti della politica sul rinnovo dei manager delle aziende sanitarie e ospedaliere pubbliche siciliane, il cui mandato è stato prorogato fino al 31 gennaio 2024.

La novità delle ultime ore sembra la chiusura di Forza Italia alla Dc di Totò Cuffaro. Dopo che lo stesso Schifani nelle scorse settimane si era fatto portavoce di un progetto inclusivo verso gli ex democristiani che si riconoscono nel Ppe, ieri lo stesso governatore ha dovuto fare mezza marcia indietro alla convention del partito che si è tenuta a Taormina. Il tentativo di accordo (naufragato?) con Cuffaro – nei fatti – è tutta un’operazione a vantaggio di Schifani, per riuscire a far guadagnare a Forza Italia qualche punto in più alle europee e confidare di evitare una debacle che potrebbe avere ripercussioni sulla stessa stabilità del governo regionale.

Da Roma però i mugugni si sono fatti sentire, come dimostra il botta e risposta nelle scorse ore tra il senatore Maurizio Gasparri e lo stesso Cuffaro sul niet a qualsiasi modifica del simbolo di Forza Italia. Concetto ribadito anche da Schifani che, tra l’altro, si sta giocando un’altra importante partita interna a FI in vista del congresso nazionale di febbraio. “Il nostro simbolo è quello di Forza Italia col presidente Berlusconi – ha detto Schifani – non siamo un autobus dove può salire chi chiunque anche perché ricordo che il mio governo viene attaccato proprio da chi cinque anni fa ottenere una candidatura”. Insomma, disco rosso verso intese senza futuro o dannose. “Altra cosa”, ha aggiunto il governatore, “è aprire il partito a chi nella propria storia ha sempre dimostrato di condividere i valori del partito popolare”.

Bisogna capire adesso quali saranno gli effetti di questa chiusura, se si troveranno comunque dei punti di interessi convergenti tra la Forza Italia Sicilia e la Dc oppure se Cuffaro volgerà il suo sguardo altrove, ad esempio verso Italia Viva di Matteo Renzi con il quale c’è sempre stato un feeling, come confermato dalla partecipazione di Maria Elena Boschi a ottobre alla festa regionale della Dc.

Nel frattempo gli altri partiti della coalizione sono alle prese con l’organizzazione interna. In queste settimane Fratelli d’Italia svolgerà i congressi provinciali, mentre la Lega ha appena concluso il weekend dei gazebo nelle piazze siciliane per il tesseramento. Proprio il partito di Salvini il mese scorso aveva annunciato l’accordo con il movimento autonomista di Raffaele Lombardo, che ha portato alla fusione anche dei gruppi all’Ars. A ulteriore dimostrazione di come sul serbatoio di voti della Sicilia si concentrino le strategie politiche nazionale dei partiti di centrodestra. E, soprattutto, di come sia particolarmente avvertita la competizione con il partito di Cateno De Luca, da cui dipende almeno un seggio dei potenziali nove europarlamentari che dovrebbero essere eletti in Sicilia.

Proprio ‘Sud chiama Nord’ oggi chiude a Catania il tour delle assemblee provinciali in Sicilia propedeutiche al tesseramento, per poi proseguire con incontri a Napoli e a Roma per le assemblee organizzative dei rispettivi territori. Il leader di Scn nei giorni scorsi ha reso noto che è in corso un dialogo con M5S e Pd per provare a costruire un cantiere di alleanze per le prossime regionali. Nel frattempo, con la prospettiva delle europee, De Luca prosegue a Roma gli incontri politici riservati per capire con chi costruire una lista che abbia le chance per superare la soglia di sbarramento del 4% e riuscire così a sbarcare per la prima volta anche al Parlamento europeo.

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