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Europee, ecco i probabili candidati siciliani e la ripartizione dei seggi – Analisi

L’ultima settimana sul fronte delle elezioni europee è stata caratterizzata dal lancio di Matteo Renzi della lista ‘Il Centro’ e dal dibattito, che ha creato vero scompiglio nelle segreterie dei partiti, sulla possibilità di abbassare la soglia di sbarramento dal 4 al 3% per poter accedere al prossimo Parlamento europeo. Ipotesi, quest’ultima, che sembra naufragata per il veto della Lega e di Forza Italia. A quanto pare invece è ancora in ballo l’idea di suddividere la circoscrizione ‘Isole’ in ‘Sardegna’ e ‘Sicilia’. Si tratta di una variabile tutt’altro che secondaria, in quanto – se così fosse – i posti a disposizione delle truppe siciliane per Strasburgo potrebbero ridursi da 8 (che sono gli uscenti) a 6.

Rispetto a cinque anni fa la fisionomia del panorama politico è mutata sensibilmente. Gli 8 europarlamentari siciliani erano così schierati: 2 della Lega, 2 del M5S, 2 del Pd, 1 per FI e 1 infine per Fdi. Di questi nel frattempo 4 hanno cambiato casacca (Francesca Donato è passata dalla Lega alla Dc, Dino Giarrusso dal M5S al Pd, Caterina Chinnici dal Pd a FI, Giuseppe Milazzo da FI a Fdi).

Cosa potrebbe accadere in Sicilia nel 2024?

Nel caso rimanga tutto com’è, è probabile che anche questa volta i siciliani alle elezioni europee possano fare comunque en plein a discapito della Sardegna. Ecco dunque l’ipotesi in caso di riconferma di 8 siciliani eletti, alla luce dei nuovi rapporti di forza: 2 parlamentari potrebbero andare a FdI, 2 al Pd, 1 al M5S, 1 alla Lega, 1 a FI e 1 in quota De Luca.

Chi sono i papabili?

Per quanto riguarda FdI, l’uscente Raffaelle Stancanelli non dovrebbe essere della partita mentre il palermitano Milazzo sarà ricandidato. Altro nome forte probabilmente sarà quello dell’ex assessore regionale il catanese Ruggero Razza, vicino a Musumeci. C’è il tema delle quote rosa. E’ molto probabile che una Meloni sarà candidata. Se non sarà la premier Giorgia (che nel caso sarebbe capolista in tutte le circoscrizioni) da Fdi potrebbero optare per la sorella Arianna, che sta scalando il partito a suon di nomine interne. Ci sarebbe anche la possibilità – ed è questa la novità – di una candidatura tra le prime file per la senatrice barcellonese Ella Bucalo. In questo caso, dunque, il territorio di Messina potrebbe avere un suo rappresentante.

Sul fronte Pd, non c’è ancora certezza sulla riconferma dell’uscente Pietro Bartolo, il medico lampedusano che per anni ha curato i migranti in arrivo sulle coste siciliane. Bisogna poi rimpiazzare Caterina Chinnici. Si fa il nome del palermitano Giuseppe Lupo (ex segretario regionale) o del nisseno Giuseppe Provenzano, ma molti scommettono su una donna, considerata l’attenzione del Partito democratico alle quote rosa. Di sicuro sarà un esponente di Palermo. I messinesi del Pd sperano quanto meno, questa volta, che ci sia un rappresentante del territorio in lista.

Il M5S, in base ai rumors, ad oggi dovrebbe schierare come capolista in Sicilia l’ex presidente Inps Pasquale Tridico, considerato il padre del reddito di cittadinanza. Tolto Giarrusso, l’altro uscente Ignazio Corrao è già al suo secondo mandato (per i grillini vige il totem del terzo mandato). Per un candidato di rilievo del messinese non ci sono possibilità.

Per la Lega, che come il M5S probabilmente perderà un rappresentante siciliano al Parlamento europeo, dovrebbe essere riconfermata l’uscente Annalisa Tardino, licatese, attuale coordinatrice regionale. L’eventuale candidatura del messinese Ninò Germana sarebbe principalmente di testimonianza per portare avanti la battaglia per il Ponte sullo Stretto e drenare così un po’ di voti agli avversari.

Quanto a Forza Italia, anche in questo caso la partita si giocherà principalmente a Palermo. L’apertura agli ex Dc e ai moderati che si riconoscono nel Ppe (vedi ‘Noi moderati’ di Lupi) dovrebbe attutire in parte il previsto calo dei consensi. Tra gli europarlamentari uscenti c’è Francesca Donato, eletta con la Lega e poi passata alla Dc di Totò Cuffaro. E’ impensabile che possa essere lei il candidato di punta di FI. Certo è che il governatore Schifani, il vero regista di questa operazione, dovrà tenere conto dei vari equilibri con le forze che lo sostengono anche con riferimento agli altri appuntamenti elettorali (vedi le elezioni provinciali del 2024).

Infine, abbiamo ipotizzato un eletto anche in quota Cateno De Luca. Questo perché, qualsiasi sarà alla fine il progetto al quale si aggancerà il leader di ‘Sud chiama Nord’ (che in settimana è stato chiamato da Mastella e domenica si presenterà sul pratone di Pontida al raduno della Lega), se dovesse scattare il seggio è molto probabile che sia proprio lui a essere premiato grazie al suo consenso in Sicilia. Per lo stesso motivo, altre formazioni centriste come quella di Renzi o eventualmente di Calenda avrebbero poche chance di eleggere propri rappresentanti nell’isola.

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