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Sud chiama Nord imbarca gli ‘orfani’ di Paragone, mentre rimane il nodo Alemanno

Dopo l’alleanza con il Partito popolare per il Nord, fondato dall’ex ministro della Giustizia Roberto Castelli, Sud chiama Nord passa al secondo step, annunciando a Roma in conferenza stampa l’intesa con il ‘Movimento per Italexit’. Si tratta della seconda alleanza stipulata nel percorso verso le elezioni Europee che aderisce alla lista ‘Libertà’.

Alla presentazione erano presenti fra gli altri il leader di ScN, Cateno De Luca, insieme alla presidente Laura Castelli e all’onorevole Francesco Gallo. Per il Movimento Italexit, Giampaolo Bocci, già candidato nella lista di ‘Italexit per l’Italia’, e Giuseppe Sottile, tra i fondatori di Vox Italia nonché già membro della direzione nazionale di Italexit.

Nato su posizioni sovraniste ed euroscettiche, Italexit dallo scorso dicembre è rimasto privo del suo frontman, il politico e giornalista Gianluigi Paragone il quale ha preferito ‘abdicare’ dopo il no del centrodestra e del Parlamento italiano alla ratifica delle modiche al Mes. Una decisione che – a detta di Paragone – avrebbe ridotto lo spazio alle battaglie del partito, fondato sul dissenso. Italexit però, in base anche ai sondaggi odierni, continua a mantenere percentuali di rilievo, considerato tra l’altro che si tratta di una forza politica al di fuori del Parlamento. Secondo l’ultima Supermedia Agi/YouTrend di questa settimana, Italexit si attesta all’1,5%, in calo di 0,2% rispetto alla rilevazione precedente.

Per Sud chiama Nord, numeri alla mano, si tratta quindi di un bel colpo per centrare l’obiettivo di superare la fatidica asticella del 4 per cento il prossimo giugno.

Sul piano dei contenuti invece, sebbene il claim dell’alleanza sia chiaro (ovvero ‘meno Europa e più equità’) e l’intesa circoscritta alle Europee, le acrobazie politiche di Cateno De Luca sono sempre più azzardate nel cercare di giustificare un progetto che vuole spaziare da chi nel nome ancora vuole l’Italia fuori dall’Europa ai comunisti di Marco Rizzo, dall’ex leghista Castelli che ce l’aveva contro ‘Roma ladrona’ all’ex sindaco proprio di Roma Gianni Alemanno. Il rischio è una cacofonia che potrebbe ripercuotersi anche sulla comprensione del simbolo.

Proprio riguardo ad Alemanno, che adesso guida il movimento ‘Indipendenza’, non sembrano del tutto chiuse le porte per una sua adesione al progetto della lista Libertà, dopo che nei giorni scorsi aveva bocciato l’intesa con De Luca, il quale via social aveva poi replicato duramente all’ex ministro.

(Claudio Rinaldi)

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