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Europee – “Salario minimo, più soldi in sanità e continuità territoriale”. Intervista con Cinzia Pilo, candidata del M5S

Chiacchierata a tutto tondo con Cinzia Pilo, professionista candidata con i 5 Stelle e sulla quale ha scommesso per primo Giuseppe Conte 

Carenza dei medici, liste d’attesa infinite, infrastrutture, continuità territoriale, lavoro, siccità: questi i temi al centro dell’intervista a tutto tondo realizzata dalla Gazzetta Jonica con Cinzia Pilo, candidata del M5S nella circoscrizione Isole (Sicilia e Sardegna) alle prossime Europee.

Indicata – insieme a Giuseppe Antoci – direttamente dal presidente Giuseppe Conte nella lista dei 5 Stelle, è originaria di Sassari. Ha vent’anni di esperienza internazionale nella pianificazione di strategie in multinazionali leader a livello mondiale nei settori bancario e dei pagamenti digitali. Da molti anni è ininterrottamente presente nella lista #unstoppablewomen di StartupItalia, la lista delle donne che stanno cambiando l’Italia attraverso l’innovazione. Cinzia Pilo è sposata, madre di una ragazza e un ragazzo, entrambi con malattie incurabili. Vanta un’esperienza decennale nella gestione e fondazione di organizzazioni non profit nell’ambito delle malattie rare a sostegno dei pazienti.

Tra i temi maggiormente sentiti dai siciliani c’è la sanità. Il governo ha annunciato un provvedimento per smaltire le infinite liste d’attesa. Quali sono gli interventi secondo lei da fare subito?

“Strutture inadeguate, pochi medici, liste d’attesa lunghissime sono il risultato di politiche dissennate sulla sanità. Questo Governo, pur affermando di aver fatto gli investimenti maggiori degli ultimi anni, non tiene conto di un fatto fondamentale, vale a dire che l’inflazione e l’aumento dei prezzi hanno eroso buona parte delle risorse, portando le risorse per il settore al 6,7% in rapporto al Pil uno dei dati più bassi in Europa. Quello che occorre fare immediatamente è mettere ulteriori risorse per garantire il carattere universalistico del nostro servizio sanitario. Questo significa assumere più medici, investire in infrastrutture, ospedali, case di comunità, mentre il Governo ha già tagliato dal Pnrr proprio le risorse per le strutture sanitarie e ospedaliere. Dobbiamo garantire l’accesso alla salute a tutti nessuno escluso e lo si può fare solo investendo”.

Uno dei temi della campagna elettorale è il Ponte sullo Stretto. Il M5S è contrario, ma quale è l’alternativa per avvicinare con le infrastrutture la Sicilia al resto d’Europa?

“Siamo contrari al Ponte sullo stretto non per un capriccio ideologico ma perché non è una priorità e drenerebbe risorse fondamentali per tutte le altre opere che servono davvero alla Sicilia. Penso ai tanti Comuni che sono costretti a razionare l’acqua ai loro cittadini: contro la crisi idrica servono dissalatori e acquedotti che non siano colabrodo. Penso alle ferrovie, che senso ha percorrere in pochi minuti lo Stretto se poi servono fino a 8 ore per raggiungere Trapani in treno? Salvini ha riesumato un progetto vecchio del Ponte, ma non è con le opere faraoniche che si rende la Sicilia più moderna. L’Ue deve garantire una mobilità in linea con gli obiettivi di coesione economica, sociale, territoriale e ambientale e il Ponte li nega tutti”.

La Sicilia come la Sardegna deve fare i conti con una continuità territoriale che nei fatti non esiste. Come si potrebbe intervenire?

“E’ importante agire in Europa, perché proprio sul tema dell’insularità l’Ue ha un ruolo fondamentale. Penso, ad esempio, alla definizione delle tratte e agli aiuti di Stato che devono tenere conto delle diverse caratteristiche dei territori europei più periferici come, ad esempio, la Sicilia e la Sardegna. La Francia e la Spagna hanno fatto da apripista su questo tema, garantendo la continuità territoriale delle loro isole. Sono temi che conosco molto bene e che spero di portare presto in Europa”.

La siccità sta colpendo particolarmente il territorio siciliano. Il governo nazionale ha dichiarato lo stato di emergenza e stanziato i primi 15 mln per indennizzare le imprese. Ma il grido d’allarme delle associazioni di categoria non si placa.

“La lotta al cambiamento climatico è da sempre una delle battaglie del MoVimento 5 stelle, e la siccità è uno dei suoi effetti. E’ evidente che è un problema che colpisce molti territori, la Sicilia in primis e a farne le spese è in particolare l’agricoltura. Il governo ha varato provvedimenti totalmente insufficienti, che non sono basati su previsioni realistiche, che non tiene conto degli assetti idrogeologici. Non sono state stanziate risorse per il miglioramento delle infrastrutture idriche, risorse che sono già disponibili nel Pnrr ad esempio. E proprio la mancanza di infrastrutture incide per il 40% sulle perdite idriche. Questa è una delle prime battaglie da fare e portare in Europa. Inoltre, si potrebbe intervenire sul miglioramento tecnologico in agricoltura, cosa che farebbe risparmiare in maniera considerevole il consumo d’acqua. Senza dimenticare che occorre fare una capillare sensibilizzazione nella popolazione per evitare lo spreco delle risorse idriche”.

La disoccupazione al Sud registra sempre percentuali be oltre la media nazionale. Quale messaggio si sente di dare a un giovane siciliano che non vuole emigrare ma lavorare nella sua terra?

“Conosco molto bene questa situazione perché anche io sono andata via in cerca di lavoro. Ho ben presente il tema, dobbiamo fare in modo che luoghi periferici dell’Europa come le isole diventino posti in cui possano scegliere di voler restare. Questo lo si può realizzare solo mettendo in campo una serie di attività sinergiche, come rendere più competitive le aziende diminuendo i costi e attraendo così lavoro. Oppure, rendendo più efficiente la sanità evitando la mobilità sanitaria verso altre regioni. Potenziare l’istruzione e la formazione, garantendo un sistema scolastico che funzioni. Creare lavoro è la priorità, garantendo – anche in questa circostanza – un salario minimo, perché chi lavora ha diritto a una vita libera e dignitosa. Tutti questi elementi possono rendere più prosperi i territori, diventare attrattivi e permettere alle persone, se lo desiderano, di non lasciare la propria terra.

Perché ha deciso di candidarsi alle Europee e cosa pensa di poter fare per la Sicilia se eletta?

“Da molti anni porto avanti battaglie che riguardano la sanità, le malattie rare, e la difesa dei diritti delle categorie marginalizzate. Ho avuto una lunga esperienza internazionale, nel settore finanziario e della sanità e credo di poter portare in Europa un valore aggiunto anche su questi temi, con una rappresentanza qualificata sui temi dell’insularità. Costruire un ponte ideale tra le isole e l’Europa e portare a Strasburgo e Bruxelles tutte le problematiche che le riguardano e che io conosco bene. E infine, mi permetta di aggiungere che nel Movimento 5 Stelle ho trovato quel progetto politico che serve per riscattare Sicilia e Sardegna dopo anni di assoluto disinteresse da parte dei partiti”.

Dario Rinaldi

Leggi anche: La Gazzetta Jonica intervista Giuseppe Conte: “In Sicilia servono infrastrutture urgenti, altro che Ponte”

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