SANT’ALESSIO – C’è una indagine della Procura della Repubblica sui lavori per il terzo lotto di completamento della barriera soffolta a protezione del waterfront. Il fascicolo è stato aperto in seguito ad un esposto che segnalava l’utilizzo di massi di pezzatura inferiore rispetto a quella prevista in progetto per la formazione della scogliera subacquea. L’argomento era stato oggetto di una riunione consiliare nel corso della quale il direttore dei lavori, ing. Giuseppe Amedeo Mallandrino, aveva dato tutte le delucidazioni del caso. Evidentemente qualcuno ha voluto vederci più … a fondo.
I lavori del terzo lotto primo stralcio della barriera soffolta sono stati sospesi il 23 maggio dal Commissario straordinario delegato (ovvero la Regione) e dall’impresa perché il direttore dei lavori ha chiesto una variante. Ma a quanto pare su questa variante si starebbe consumando uno “scontro” tra il progettista dell’opera ed il direttore dei lavori. Querelle che in un certo senso tiene fermi i lavori, mentre il lungomaredi Sant’Alessio continua ad essere flagellato dai marosi, né si può procedere al ripascimento della spiaggia, già finanziato per 1 milione e mezzo di euro, se non prima si completa la protezione a mare.
La realizzazione della barriera soffolta ancorché non essere ancora ultimata è nata col piede sbagliato: ancora oggi si è in attesa della definizione del lodo arbitrale sorto in seguito alla esecuzione dei lavori del primo lotto, momentaneamente sospeso dalla Corte di Appello e che in caso si soccombenza potrebbe mandare a gambe all’aria le casse del comune di Sant’Alessio. . L’appaltatore chiedeva un saldo di tre milioni e 300 mila euro che il lodo arbitrale ha ridotto a 432 mila. Senza contare il contenzioso aperto dai professionisti componenti della commissione di collaudo delle opere di salvaguardia della costa e dell’abitato di S.Alessio.
Naturalmente la questione – barriera è motivo di discussione tra gli alessesi e non per le preoccupazioni che desta nella cittadinanza il mancato completamento di questa “protezione” e, soprattutto, sulla validità della “soluzione tecnica” adottata che, alla prova dei fatti, non sembra avere avuto grande efficacia.
