SANT’ALESSIO – Il Comune di Sant’Alessio Siculo ha sottoscritto con il Tribunale di Messina una convenzione volta all’inserimento di condannati o imputati, per lo svolgimento di lavori di pubblica utilità alla luce della legge n. 67 del 28 aprile 2014, che ha introdotto il nuovo istituto della sospensione del procedimento con messa alla prova, la cui finalità è quella di offrire la possibilità di un percorso di reinserimento sociale ai soggetti imputati per i reati di non rilevante allarme sociale.
“Si tratta di una importante opportunità che il nostro Comune ha colto immediatamente – osserva in un comunicato il sindaco, Rosa Anna Fichera – dato che l’istituto della sospensione del procedimento con messa alla prova costituisce un modulo alternativo di definizione della vicenda processuale, rispondente ad esigenze speciali, preventive e riparative del danno cagionato dalla condotta illecita”. “Il lavoro – dichiara l’assessore ai servizi sociali Antonella Papa – consiste in una prestazione non retribuita, affidata tenendo conto anche delle specifiche professionalità ed attitudini lavorative dell’imputato, di durata non inferiore a dieci giorni da svolgere in favore della collettività presso il Comune attraverso la collaborazione dell’Ufficio di esecuzione penale esterna di Messina che elaborerà, caso per caso, il programma lavorativo”.
Il presidente del tribunale di Messina, Antonino Totaro, lo scorso 22 ottobre ha stipulato quindici convenzioni con organismi accreditati (enti pubblici e organizzazioni di sostegno sociale, per lo svolgimento di lavori di pubblica utilità. Oltre al comune di Sant’Alessio hanno firmato anche i comuni di Mistretta, Condrò, Santa Domenica Vittoria, Scaletta Zanclea, Nizza di Sicilia e Francavilla.
Il lavoro di pubblica utilità è una sanzione penale che consiste nella prestazione di un’attività non retribuita a favore della collettività da svolgere presso lo Stato, le regioni, le province, i comuni o presso enti e organizzazioni di assistenza sociale o volontariato. La prestazione di lavoro, ai sensi del decreto ministeriale 26 marzo 2001, viene svolta a favore di persone affette da HIV, portatori di handicap, malati, anziani, minori, ex detenuti o extracomunitari; oppure nel settore della protezione civile, della tutela del patrimonio pubblico e ambientale o in altre attività pertinenti alla specifica professionalità del condannato.