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Taormina rivuole il suo Casinò, chiuso mezzo secolo fa. La richiesta è della Federgioco. 

Taormina – Federgioco, l’associazione delle sale da gioco italiane, torna in pressing sul Governo per l’apertura di nuovi casinò in Italia e presenta al sottosegretario all’Economia Pierpaolo Baretta, un documento che spiega il progetto, prevedendo il ripristino a Taormina della casa da gioco attiva negli anni Sessanta. In sostanza ai quattro casinò già operativi nel Nord Italia si vorrebbe aggiungere un quartetto di sedi da dislocare tutte nel Centro-Sud. Nello specifico: Montecatini per la Toscana, ballottaggio Bari o Fasano in Puglia, sfida Lazio e Campania tra Anzio e Salerno, e ovviamente Taormina per la Sicilia. Il documento di 41 pagine che descrive nei dettagli l’operazione è stato recapitato al sottosegretario all’Economia con delega ai giochi, Pier Paolo Baretta, il quale l’ha prontamente girato ai Monopoli di Stato. Il piano ipotizzato prevederebbe che gli otto casinò confluiscano in una nuova società controllata al 51% dal Ministero dell’Economia ed il restante 49% suddiviso tra le quattro case da gioco attualmente operative e i Comuni ospitanti, con la possibilità per i municipi che parteciperebbero all’apertura delle quattro nuove case da gioco di vedersi riservato una percentuale pari al 15%. L’iniziativa potrebbe incontrare un sostegno politico in Parlamento, dall’Ncd di Angelino Alfano al Pd sino a Forza Italia, che ha già presentato mesi fa con i suoi senatori una proposta di legge in tema.  “Dobbiamo fare una valutazione con il governo per i casinò, perché possono essere un baluardo contro l’illegalità” ha detto il sottosegretario Baretta, spingendosi a evidenziare che “la riapertura della casa da gioco di Taormina, chiusa mezzo secolo fa, servirebbe a rilanciare il turismo e contrastare l’offerta che arriva da Malta”. Il sindaco Eligio Giardina, ha già incontrato a Roma proprio il sottosegretario Baretta e nell’estate appena trascorsa la questione è stata affrontata anche nel corso di una visita a Taormina del Ministro Alfano. “Chiediamo che venga sanato il torto storico a suo tempo perpetrato nei confronti di Taormina”, ha detto Giardina. Nel 2014 sulla questione si era nuovamente espressa l’Assemblea Regionale Siciliana, andando a sua volta in pressing sul Governo nazionale ma anche in quella occasione l’iter si è poi arenato a Roma. Si continua ad attendere una svolta che almeno per adesso, agli occhi di tanti taorminesi, assomiglia ancora ad una prolungata illusione. “Bisogna dare fondatezza e spiragli concreti – ha detto Giardina – per alimentare la speranza, che accompagna i taorminesi da ormai oltre mezzo secolo, di riavere il casino. Noi ci crediamo e vogliamo continuare in modo fattivo questa battaglia, senza illudere la gente ma con la determinazione che una soluzione va trovata”. Alfano ha rassicurato Giardina e agli amministratori che la questione è nell’agenda del governo Renzi, nel più ampio quadro di una legge che riformi la situazione della case da gioco e le licenze in Italia. Un “privilegio” che sinora, da troppo tempo, è soltanto delle località del Nord Italia. 

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