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domenica, Ottobre 13, 2024
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Centinaia di traversine fuorilegge accatastate nel piazzale Fs

SANTA TERESA DI RIVA – Il cantiere è stato smontato, ma le traversine “sospette” sono rimaste là. Oltre duecento assi di legno impregnate di creosoto che le Ferrovie utilizzavano per poggiare i binari che venivano imbullonati per fornire stabilità, sono ancora lì, nell’area della stazione ferroviaria di Santa Teresa di Riva, vicine alla via Roma ed alle abitazioni dei residenti, da cui sono separate da una semplice ringhiera metallica, stoccate senza alcuna precauzione. Non è bastato il sequestro operato proprio a Santa Teresa di Riva, in seguito ad una denuncia che ha coinvolto tutto il territorio nazionale, dalla Guardia di Finanza, nel 2003, quando nello scalo merci vennero rinvenute una sessantina di queste traversine considerate cancerogene perché impregnate con un olio di catrame (creosoto) che è nocivo per la salute. Il creosoto è una sostanza derivata dal petrolio che serviva a rendere “impermeabile” agli agenti atmosferici il legno delle traversine che altrimenti sarebbero deperite nel giro di pochi anni. Studi sulla tossicità del creosoto ne hanno accertato il potenziale cancerogeno evidenziando un aumento di incidenza di tumori e carcinomi della pelle e tumori ai polmoni. Da allora c’è stata la graduale sostituzione con traversine in cemento, più stabili e prive di manutenzione. Alla stazione di Santa Teresa di Riva è toccato, a quanto pare, il non invidiabile compito di stoccare quelle sostituite altrove, in attesa di smaltimento. Le traversine al creosoto devono essere, quindi, smaltite come rifiuti speciali pericolosi. Va ancora ricordato che trattandosi di rifiuti speciali pericolosi la normativa applicabile alla loro detenzione, trasporto e smaltimento è di carattere penale. Quelle diverse centinaia di traversine vecchie di anni accatastate lì nella stazione, non ispirano fiducia. Sarebbe necessario che l’Arpa provinciale disponga le indagini tossicologiche per verificare il grado di tossicità del materiale. Sorprende, però, il disinteresse delle associazioni ambientaliste cittadine.

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