Non finiremo mai di condannare l’assurdità di quanto sta succedendo in Ucraina: migliaia di morti, violenze inaudite ed uno stato di confusione grande. Quello che è certo, e non si può disconoscere, è che la Russia, quali che siano le sue ragioni, ha invaso l’Ucraina muovendole guerra. Ciò è sotto gli occhi di tutti e merita la nostra condanna accanto alla solidarietà per l’Ucraina. Tuttavia non è accettabile il comportamento degli americani i quali, autosufficienti in quasi tutto, spingono l’Europa a sanzioni contro la Russia sempre più dure incuranti delle conseguenze economiche che i paesi dell’Unione Europea ne subiranno. Lo vediamo per i riflessi, pesanti, che l’aumento del costo del gas, della benzina e delle elettricità hanno sulle nostre economie familiari. Il papa, l’unica personalità di levatura mondiale ad avere le idee chiare, inutilmente lancia appelli contro il riarmo (che ci porterà diritti ad una guerra totale) ed invoca il dialogo. Oramai i giornali, la televisione ed i politici di mezza tacca, lo dipingono come un vecchio parente un poco rimbambito che suona sempre la stessa musica: pace e dialogo. Devo dire che mi fa una grande impressione in televisione vedere le carcasse dei carri armati, dei missili, dei proiettili di cannone, e penso a quanto utile sarebbe stato tutto quel metallo sprecato e mortale se fosse stato impiegato per usi pacifici, per fare ponti, strade, ferrovie, utensili domestici e quant’altro utile per l’umanità. Ci contentiamo di tenere una macabra contabilità delle distruzioni e dei morti di entrambe le parti senza pensare seriamente ad avviare un dialogo con Russia ed Ucraina. Se non si tenta questa strada resteremo impantanati nella violenza senza via di uscita. La cattiva coscienza di cui parlo nel titolo è che, accanto alla sacrosanta volontà umanitaria di aiutare gli ucraini che sfollano in Italia, volontà condivisa dalla stragrande maggioranza del nostro popolo, come è giusto che sia, osservo che, anche nel dramma si fanno due pesi e due misure. Da un lato gli Ucraini, alti, belli, biondi, insomma come noi che vanno aiutati ed ospitati. Ignorati, malvisti e mal sopportati, quando non minacciati, tutti gli altri, in testa i profughi provenienti dall’Africa che vengono trattati come una sottospecie umana che non ha diritti. Pensate che i bambini nati in Italia da genitori extracomunitari, malgrado parlino l’italiano ed il dialetto della regione in cui risiedono, studino nelle nostre scuole, si laureino, partecipino alla vita sociale non hanno la cittadinanza italiana. Che vergogna per il nostro paese. (Gianni MIASI)