Assisto, come tutti, con raccapriccio, alla giornaliera contabilità della guerra in Ucraina. “Oggi è il sessantesimo giorno dall’inizio della guerra” titolano i Tg, i quotidiani in edicola, i social, scandendo, come un lugubre metronomo, la litanìa dei bombardamenti, dei missili lanciati e ricevuti, e, ahimè, delle migliaia di civili incolpevoli deceduti. La struggente invocazione del papa a ricercare la pace è stata ignorata da pressocchè tutti, quasi che la parola “pace” fosse un vocabolo sconcio, che non si usa nelle buone famiglie. Appena uno di noi accenna a parlare di pace viene immediatamente dipinto, quasi fossimo in piena epoca fascista, come disfattista ed amico di Putin. E’ assolutamente vietato ragionare con il proprio cervello: appena accenniamo a farlo ci dicono che ci sono altri, molto più intelligenti di noi, che pensano al nostro posto e ci indicano come comportarci, quindi vietato pensare, almeno a voce alta. Non ci rendiamo conto che, piano piano, veniamo avvelenati dalle menzogne che, in quantità industriali, vengono propalate da entrambe le parti. Che Putin abbia condotto e stia conducendo una guerra di aggressione è fuori di dubbio, nessuno lo mette in discussione, che gli americani, piuttosto che attivare tutti i canali diplomatici, in primo luogo l’ONU, per aprire un tavolo di trattative, abbiano cinicamente scelto di fare guerra alla Russia per interposta nazione servendosi di Zelensky e costringendo l’Europa ad adottare delle sanzioni che ci metteranno economicamente in ginocchio, è sotto gli occhi di tutti anche di quelli che si ostinano a fare finta di non vedere. Provo ad immaginare come finirà questa guerra: Putin conquisterà, anzi lo ha già fatto, militarmente il Donbass, la Crimea e gli altri territori vicino. A quel punto si aprirà un tavolo di trattative che non potrà fare altro che accettare ciò che è avvenuto, ossia che Putin si tiene i territori conquistati e si prende atto della nuova situazione. Nel frattempo, penso occorreranno mesi ancora, le sanzioni faranno molto più male a noi che alla Russia, tanto che la ripresa economica che si era innescata l’anno scorso è del tutto svanita e gli economisti dicono chiaramente che siamo in recessione economica. Chi trae profitto da tutto ciò ?: l’America e gli Americani a spese nostre. Che ci piaccia o no questa è l’amara verità. Tutto il resto è propaganda e disinformazione, da un lato e dall’altro. Sarò stato urticante ma, per quanto mi riguarda, questo è ciò che vedo. Cose buone. (Gianni MIASI )
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