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Casalvecchio – Il ponte sommerso sotto l’Agrò allo studio dell’Archeoclub

Casalvecchio Siculo – Abbazia, ponte sommerso sotto l’Agrò e sito archeologico di Scifì sono state le tre tappe organizzate da Archeoclub Area Ionica Messina e Pro Loco Forza d’Agrò-Scifì, nell’ambito delle Giornate Europee dell’Archeologia. Si tratta di un evento nato originariamente su iniziativa del Ministero della Cultura francese, che lo affidò all’Istituto francese di ricerca archeologica preventiva. Da alcuni anni l’iniziativa ha assunto un respiro europeo e sono già 17 le Nazioni che nel week end centrale di giugno organizzano eventi per mettere in luce il patrimonio archeologico dei territori. Archeoclub d’Italia, già dallo scorso anno, ha invitato le proprie sedi a partecipare con iniziative locali. L’evento organizzato da Archeoclub Area Ionica e pro loco si è articolato in una passeggiata archeologica che ha preso il via dall’abbazia dei SS. Pietro e Paolo d’Agrò. La vice presidente Ketty Tamà ha illustrato le caratteristiche dell’Abbazia e, dopo un momento di riflessione letteraria coordinato da Daniela Fileti (lettore Giovanni Paolo Brianni), il gruppo ha raggiunto contrada Ponte, la zona dove “alcuni racconti e scavi effettuati durante la costruzione delle briglie e di alcuni pozzi irrigui ci fanno ritenere che qui passava l’antica via Regia, di cui si parla anche nei diplomi di donazione medievali che danno vita a S. Pietro”, come ha precisato Ketty Tamà. Era quella che l’ex presidente Archeoclub, Santino Mastroeni, definì “l’antica porta della Val d’Agrò”. Anche a Ponte vi è stato un momento di riflessione letteraria dedicata al Nobel roccalumerese, Salvatore Quasimodo, con la lettura da parte di Daniela Fileti di “Uomo del mio tempo”, alla condivisione “attraverso ponti che uniscono sponde altrimenti destinate a vivere separate”. L’antico ponte è stato poi “rievocato” attraverso piccole luci ed una “catena umana” che ha attraversato il torrente. Una sorta di rito, per fare riaffiorare in modo diverso la struttura ancora sottoterra ma che ha voluto essere anche metafora di come l’unione dei singoli per un obiettivo sinergico diventa elemento potente nei processi di riscoperta e valorizzazione dei beni culturali: un vero e proprio “ponte”, dall’indifferenza alla consapevolezza.   Da Ponte i partecipanti hanno raggiunto il sito archeologico di Scifì, l’unica evidenza archeologica romano-bizantina emersa dalle viscere della Val d’Agrò, di cui ha parlato il presidente Archeoclub, Filippo Brianni, presente insieme al presidente pro loco, Valentino Altadonna ed alla vice presidente, Antonella Brianni che ha letto un brano di Quasimodo (“Strada di Agrigentum”) dedicato proprio ad uno dei più importanti siti archeologico del mondo, la Valle dei Templi. “Abbiamo scelto questo tipo di percorso – ha detto Filippo Brianni – perché anche il sito archeologico di Scifì nasce a causa del fatto che il prof. Lombardo stava studiando l’origine del monastero di S. Pietro, poi ricostruito sulla sponda opposta”. Motore dell’iniziativa anche l’Osservatorio dei Beni culturali dell’Unione dei comuni, presente col suo presidente Ninuccia Foti.

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