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Ad un passo dal traguardo per Nino Bartolotta (Pd), Danilo Lo Giudice (Sicilia Vera), Matteo Francilia (Lega) e Giacomo D’Arrigo (Pd)

Tranne Pippo Lombardo di Roccalumera, eletto all’Ars nella coalizione di Cateno De Luca, per il resto ci sono state inaspettate sconfitte per i candidati della riviera jonica. Quattro sono arrivati addirittura vicini alla vittoria. Tutti professionisti, politici stimati, personaggi apprezzati nei propri partiti, risultati alla fine primi dei non eletti, ad un passo dalla gloria. Danilo Lo Giudice sindaco di S.Teresa di Riva, deputato uscente, pur avendo collezionato oltre seimila voti è rimasto fuori dall’Ars. Come pure è rimasto fuori dall’assemblea siciliana Nino Bartolotta ex sindaco di Savoca e segretario provinciale del Pd, arrivato alle spalle di Leanza. Per Bartolotta hanno votato in tanti, oltre tremila, per la popolarità che l’ex sindaco di Savoca riveste in tutta la provincia. Nel suo paese è stato il più votato con 358 voti, contro i 229 di Lo Giudice di Sicilia Vera. Per il parlamento nazionale, invece, Matteo Francilia sindaco di Furci Siculo per la Lega e Giacomo D’Arrigo di Nizza di Sicilia per il Partito Democratico sono stati anche loro ad un passo dalla vittoria. Francilia era tra i favoriti, ma il crollo del partito di Salvini ha condizionato la sua elezione. “Grazie a tutti i miei amici, ha dichiarato, simpatizzanti, amministratori locali e cittadini per l’affetto dimostrato in queste ore, sempre al servizio del territorio”.  D’Arrigo ha lottato con forti candidati del Pd ed è arrivato primo dei non eletti. Grande soddisfazione per i tanti consensi, anche se è rimasto un poco di amaro in bocca. I Comuni della riviera jonica avrebbero potuto avere quattro parlamentari in più se la sfortuna non li avesse bloccati ad un passo dal traguardo. Candidati alle regionali anche il sindaco di Antillo Paratore e quello di Limina Ricciardi, ma i suffragi non sono stati consistenti. Riportiamo una riflessione di Giacomo D’Arrigo non solo sul risultato conseguito, ma anche sulle carenze palesate dal suo partito, il Pd, in questo contesto elettorale. “Come noto sono primo dei non eletti alla camera dei deputati per il PD, già solo aver potuto competere per il Parlamento della Repubblica è stato un grande privilegio e il risultato raggiunto in provincia di Messina mi lusinga in un contesto che era difficilissimo. Fratelli d’Italia e centrodestra sono stati la scelta degli italiani, il centrosinistra ha perso e il PD ha segnato il passo. Senza girarci intorno. Personalmente la fiducia del mio partito e di tantissime persone che mi hanno sostenuto, incoraggiato o votato il PD per votare per me, è stata una bella soddisfazione. Una condizione difficilissima per motivi di contesto nazionali e locali ma non serve (ne mi piace) recriminare. Pur con un risultato molto dignitoso, abbiamo perso, stop. Il voto è chiaro e gli elettori si rispettano insieme ai vincitori. A questi le migliori fortune, il loro successo potrebbe essere il successo dell’Italia. Al PD tocca invece fare una opposizione onesta e chiara, da troppo tempo siamo abituati a sovrapporre la politica con il potere, sviluppare la prima e lasciare il secondo ci farà bene come partito. Il PD deve, secondo me, trovare il coraggio di non limitarsi ad un cambio di leadership ma di ripensare se stesso nella dimensione di futuro e innovazione che serve al nostro campo ed all’Italia”. (nella foto Bartolotta)

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