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Tassa di soggiorno: tutti i Comuni potranno applicarla. Ecco le novità allo studio

‘Tassa di soggiorno per tutti’ titola il quotidiano economico Italia Oggi. È questa un’importante novità allo studio del governo nazionale e Anci. L’imposta potrà essere applicata da ogni comune per finanziare il turismo ma anche il decoro urbano e la sicurezza. Sarà a esclusivo carico del viaggiatore e non graverà sugli albergatori.

I contorni di questa proposta sono stati affrontati nel corso di un incontro al quale hanno partecipato la ministra del Turismo Santanché e il viceministro all’Economia, Maurizio Leo, insieme al presidente dell’Associazione dei Comuni, Roberto Pella.

“Al centro del confronto – riferisce la testata online L’Agenzia di Viaggio magazine – la possibilità di trasformare la tassa di soggiorno in imposta di scopo, per restituire soldi al settore del turismo, garantendo gli ambiti e la possibilità, come richiesto da Anci, di destinarli anche a decoro urbano e sicurezza. Per questo sarà convocato la prossima settimana un tavolo tecnico, che studierà le fasce di prezzo per rendere l’imposta proporzionale al costo della stanza e pagabile “a persona”.

«L’intenzione è razionalizzare gli oneri dichiarativi a carico degli albergatori – ha spiegato Leo – e, allo stesso tempo, permettere ai Comuni di effettuare i controlli sulla componente finanziaria. Sono necessarie regole uniformi su tutto il territorio nazionale. L’albergatore non sarà né soggetto passivo dell’imposta, né tantomeno sostituto». In sostanza, sarà il turista a pagare direttamente la tassa a differenza di quanto avviene oggi, con la struttura che raccoglie il versamento e lo gira poi al Comune.

Sulla riforma dell’imposta di soggiorno Assoturismo Confesercenti si dichiara aperta al confronto, rifiutando però l’attuale impianto della proposta di modifica: “Il calcolo sulla base delle fasce di prezzo predeterminate rischia di far schizzare l’imposta a livelli insostenibili e fuori mercato rispetto al valore della camera – si legge in una nota – Bisogna invece assolutamente evitare incrementi: inciderebbero pesantemente sulla domanda turistica, in particolare quella interna, estremamente sensibile in questa fase alle sollecitazioni dei prezzi”.

«Si può e si deve discutere ampiamente e senza preclusioni della riforma dell’imposta – commenta Vittorio Messina, presidente di Assoturismo Confesercenti – senza però perdere mai di vista la questione fondamentale: deve essere equa e inserita in una visione strategica di rilancio del turismo e di crescita dei flussi turistici. Il calcolo su fasce predeterminate, invece, non garantisce la tutela della competitività̀ del sistema ricettivo italiano».

«La soluzione di buon senso – osserva Messina – sarebbe quella di calcolare l’imposta di soggiorno in percentuale sul prezzo effettivo cui è venduta la camera, con indicazione di un tetto massimo del 5% dell’importo stesso e comunque non eccedente il limite di 10 euro a notte. Una revisione in tale senso dell’imposta favorirebbe inoltre i controlli delle amministrazioni e del fisco».

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