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Santa Teresa di Riva, presentato il libro “Scorci di vita” di Santo Trimarchi

Santa Teresa di Riva – “Su ciò di cui non si può parlare, si deve tacere” diceva il filosofo Wittgenstein, delimitando in questo modo i confini della filosofia, ma allo stesso tempo aprendo un varco su un altro spazio comunicativo: quello della poesia. Questo spazio è stato creato venerdì scorso 30 luglio, nel giardino di Villa Ragno a Santa Teresa di Riva, dove Santo Trimarchi, professore in pensione di storia e filosofia, ha presentato il suo “Scorci di Vita – chiddu chi visti vu cuntu” silloge di poesie scritta in dialetto siciliano e pubblicata dalla Carthago editore. Oltre la famiglia dell’autore, all’evento hanno partecipato: il vice sindaco del comune di Santa Teresa di Riva, Domenico Trimarchi, i rappresentanti della casa editrice Carthago ed oltre un centinaio di persone vicine all’autore tra amici, parenti, colleghi e fedeli della comunità parrocchiale Santa Maria del Carmelo. L’evento si è svolto con intermezzi musicali del duo live di Vittoria Micalizzi e Valerio Valenti e lettura delle poesie dei due interpreti Pina Abbate e Carmelo Leo. Il libro è una raccolta di più di 80 poesie in vernacolo, impreziosito da Haiku e Tanka siciliani e “piccoli pinzeri” che ha avuto il suo momento di gestazione durante il periodo di confinamento nazionale dello scorso anno. Tale momento buio e triste per la storia nazionale e internazionale è stato, da alcuni punti di vista, fecondo per il professore che ha volto lo sguardo al suo sentire e ha percorso un viaggio di ricongiungimento con la propria terra di origine, con la comunità umana che la vive e la lingua dialettale che la caratterizza, radice nutritiva di tutto il suo lavoro artistico. Grazie all’osservazione, all’ascolto, all’empatia con i luoghi e le persone e alla fede nella Provvidenza, l’autore ha sondato i fili fatti di sentimenti, azioni, pensieri che tessono tra di loro gli elementi naturali, gli esseri umani e il loro rapporto con Dio. Durante la serata le parole della figlia, della moglie e dello stesso autore hanno celebrato questo ricongiungimento, questo ritorno ad Itaca, avvenuto fisicamente trentasette anni fa, ma spiritualmente solo con la scrittura di questi versi delicati e profondi, un atto di amore in cui i presenti si sono potuti riconoscere creando un’atmosfera di ascolto attento e partecipato, di condivisione, di riappacificazione con la bellezza del luogo in cui si vive e delle relazioni che vi nascono, con se stessi, con gli altri. Una cerimonia catartica in cui tutti hanno potuto godere ancora l’armonia nella semplicità dello stare insieme quando il filosofo lascia il posto al profeta e le parole non sono più possesso privato ed individualistico, ma trascendono il livello puramente umano per farsi strumento a conforto e sprone di tutta la comunità. “Questo libro è un sogno che si avvera” racconta l’autore all’alba dei settanta anni: potente messaggio di speranza e di fiducia per ciascuno di noi. Trimarchi Chiara

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