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domenica, Luglio 20, 2025
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Ccpm di Taormina: genitori in presidio. E alcune mamme manifestano a Palermo con Giuseppe Conte: “No alla chiusura”

Protesta contro l’ipotesi di chiusura prevista il 31 luglio. I genitori dei piccoli pazienti in presidio permanente per salvare la cardiochirurgia pediatrica, mentre a Palermo il M5S si mobilita

Una tenda davanti all’ospedale San Vincenzo di Taormina, per restare giorno e notte accanto al reparto che continua a salvare la vita a tanti bambini. È questo il gesto forte scelto dai genitori del comitato in difesa del Centro di cardiochirurgia pediatrica del Mediterraneo, che rischia la chiusura il prossimo 31 luglio. La decisione è maturata per chiedere con forza risposte certe e immediate sul futuro della struttura.

“Vogliamo risposte concrete sul futuro di questo reparto che dovrebbe concludere la sua attività il 31 luglio. Non abbiamo a disposizione notizie certe su cosa si voglia fare di questa eccellenza. È arrivato il momento di dire basta” ha dichiarato Caterina Rizzo, del comitato genitori, annunciando che la protesta sarà ad oltranza. “Per questo motivo – ha aggiunto – saremo giorno e notte, in tenda, davanti l’ingresso principale del nosocomio, per ottenere al più presto rassicurazioni concrete. La nostra battaglia prosegue da tempo. Non si può ancora tergiversare”.

Alcune mamme alla manifestazione del M5S sulla sanità con Giuseppe Conte

Mentre il presidio prosegue a Taormina, alcune mamme del comitato è presente alla manifestazione “Sanitàxtutti” in corso a Palermo, promossa dal Movimento 5 Stelle con l’intervento del leader Giuseppe Conte, per denunciare “il progressivo smantellamento della sanità pubblica in Sicilia”.

Tra loro anche Maria Rosa Cianciolo, madre di una bambina di tre anni e mezzo affetta da una grave cardiopatia: “È inaccettabile che l’unica realtà che funziona davvero, che ci mette competenza e tantissimo cuore, sia a rischio chiusura per logiche incomprensibili. O forse fin troppo chiare”.

“Mia figlia – ha detto Maria Rosa dal palco – è affetta da una cardiopatia e oggi non è qui perché potrebbe sentirsi male. Un problema che riguarda tutti e oggi in Sicilia soltanto il Ccpm di Taormina riesce a garantire assistenza 360 gradi, sia a livello di professionalità, di tecnica e di umanità. Tanti medici e infermieri che hanno una capacità di stare vicino non solo ai bambini, ma anche alle famiglie. Perché non è semplice gestire una cosa del genere, ma loro ci aiutano in tutto e per tutto e non possiamo perderlo”.

Il deputato messinese pentastellato Antonio De Luca ha poi spiegato: “Abbiamo un’eccellenza mondiale che può essere distrutta per fare posto a una cardiochirurgia pediatrica a Palermo, che ho visitato. Non c’è un bambino, non c’è neanche il cardiochirurgo perché hanno previsto che nella convenzione questo cardiochirurgo deve essere presente una volta ogni due settimane per due giorni quando, invece, a Taormina abbiamo un’equipe presente 365 giorni l’anno, 24 ore su 24. Siamo arrivati a questo perché il capitolato d’appalto per la cardiochirurgia pediatrica di Palermo è stato fatto male e il San Raffaele, che è presieduto da Angelino Alfano, ha partecipato e lo ha avuto assegnato. Stanno colonizzando la Sicilia, perché qui la sanità è un affarone. Siamo la regione che spende di più in sanità mentale ed è quella che dà i peggiori servizi che questi ragazzi sono rinchiusi nelle CTA, abbandonati insieme alle loro famiglie e loro se ne continuano a fregare e gli unici che hanno fatto una proposta di legge siamo noi con il budget di salute perché vogliamo dare una risposta a queste persone e ve lo prometto che gliela daremo, così come vi prometto che salveremo il centro di cardiochirurgia pediatrica di Taormina”. Al termine del suo intervento ha ceduto la parola a Giulia, una ragazza cardiopatica operata al Ccpm, che ha raccontato la propria esperienza e lanciato un appello per salvare questo centro di eccellenza.

Il presidio di Taormina e la partecipazione alla manifestazione di Palermo rappresentano un chiaro messaggio alla politica regionale e nazionale: il futuro del Centro di cardiochirurgia non può essere lasciato all’incertezza o alla logica dei tagli. Per le famiglie coinvolte, si tratta di una battaglia di civiltà e di diritti. E ora chiedono, con forza, che nessuno volti loro le spalle.

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