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mercoledì, Novembre 13, 2024
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Perché gran parte dei siciliani continua a non aderire agli screening oncologici gratuiti?

In Sicilia la partecipazione ai programmi di screening oncologici continua a essere tra le più basse d’Italia, soprattutto per quanto riguarda lo screening del tumore colorettale. Il dato emerge dal rapporto civico sulla salute realizzato da Cittadinanzattiva. Mentre si avvia alla conclusione il mese di sensibilizzazione dell’Ottobre Rosa, dedicato alla prevenzione e alla lotta contro il cancro al seno, questi numeri destano particolare preoccupazione, poiché sottolineano le costanti difficoltà del sistema sanitario siciliano nel promuovere e sostenere efficacemente la prevenzione oncologica.

Per quanto riguarda l’adesione allo screening colorettale, solo il 14,8% della popolazione siciliana target accetta l’invito a partecipare a questo programma, un valore significativamente inferiore rispetto alla media nazionale. A titolo di confronto, regioni come il Veneto, la Valle d’Aosta e il Friuli Venezia Giulia presentano tassi di adesione molto più alti, rispettivamente pari al 64,2%, 63,5% e 52,4%. La Calabria è l’unica regione a fare peggio della Sicilia, con un tasso di partecipazione del 6,1%.

Si conferma dunque una grave disparità tra Nord e Sud Italia, che potrebbe riflettere sia carenze strutturali nel sistema sanitario regionale sia una scarsa informazione sulla rilevanza di questi test preventivi.

Anche la partecipazione agli screening cervicali in Sicilia è sotto della media nazionale. Nel complesso, solo il 31% della popolazione del Sud e delle isole aderisce agli screening per la prevenzione del tumore al collo dell’utero, rispetto a un tasso di adesione del 52% al Nord e del 38% al Centro. Anche qui, la bassa partecipazione in Sicilia evidenzia un divario importante che va affrontato con iniziative mirate per aumentare la sensibilizzazione e l’accessibilità ai servizi di prevenzione oncologica.

Per affrontare questa sfida, è fondamentale che le Asl e le istituzioni sanitarie siciliane sviluppino strategie inclusive e accessibili per migliorare la comunicazione e facilitare la partecipazione delle persone agli screening.
Tra queste vi è la necessità di campagne di informazione più efficaci, anche attraverso l’utilizzo ad esempio di nuovi canali di comunicazione, come i social media, per raggiungere un pubblico più vasto. Inoltre, è essenziale rafforzare la collaborazione tra istituzioni sanitarie, associazioni di volontariato e amministrazioni locali per rendere questi programmi più accessibili e incrementare il tasso di partecipazione.

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