Gentile Direttore
Con questa breve lettera vorrei mettere in evidenza il cattivo rapporto che l’Inps (nello specifico la sede di Messina) tiene con i suoi utenti, attraverso un caso-esempio di cui sono stata testimone. Una persona, andata in pensione nel settore pubblico dall’1 settembre 2018, ha pagato in unica soluzione a gennaio 2017 quanto richiesto da Inps per riscatto laurea e servizi pre-ruolo, comunicandolo allo stesso Inps con raccomandata a/r. Quindi tutto a posto e non ha avuto trattenute mensili per lo stesso motivo né sullo stipendio né sulla pensione (come era giusto che fosse avendo pagato tutto in unica soluzione- scusate la ripetizione ma qua è il problema). Alcuni giorni fa riceve da Inps- tramite ex scuola di servizio- alcuni fogli riportanti un ammortamento in 119 rate da 37,17 euro ciascuna (con la maturazione di circa 1000 euro di interessi) relativi al pagamento già effettuato e con la comunicazione che l’Inps non può procedere all’erogazione della buonuscita se l’interessata non accetta l’ammortamento e autorizza il recupero di quanto dovuto fino a quel momento, e che anzi deve recarsi ad altro ufficio (Ragioneria dello Stato) esibendo l’ammortamento per le successive trattenute sulla pensione. Capite tutti che si tratta di un grosso sbaglio ( che può capitare, ahimè ) ma che può anche essere risolto. E qua sta il grottesco della situazione. L’interessata si reca prima alla Ragioneria dello Stato che naturalmente le conferma che i loro uffici non hanno avuto alcuna comunicazione e che loro non fanno delle trattenute non dovute; l’interessata si reca quindi alla sede dell’Inps in via Capra (mai nome risulta così adeguato!) e scopre che non può entrare per esibire i suoi documenti e le ricevute al funzionario del settore: dicevo non può entrare perché l’ingresso è bloccato da un vigilante (incolpevole, poverino) che risponde che per accedere all’ufficio suddetto è necessario avere un appuntamento ed anche per accedere allo sportello è necessario avere un appuntamento! Praticamente è impossibile poter consegnare documenti e/o illustrare la propria situazione. Ma sulla porta è in grande evidenza che c’è il Numero Verde con cui l’Inps si apre ai cittadini per risolvere i loro problemi! L’interessata telefona al Numero Verde gratuito ma la telefonata non si può fare dal cellulare ma solo dal fisso e dal cellulare può fare solo la chiamata a pagamento ad un numero nazionale che la metterà in contatto con l’ufficio richiesto fissandole un appuntamento! Fatta anche questa telefonata, alla fine di una lunga serie di domande e risposte con relativo spelling di codice fiscale e quant’altro e dopo lunga attesa (Immaginate il costo della telefonata) le viene risposto che l’ufficio richiesto non ha disponibilità per ricevere l’interessata, la quale può ritelefonare la prossima settimana – con medesime modalità di richieste e lungaggini- per chiedere un appuntamento!!!
A questo punto mi chiedo: A CHI GIOVA TUTTO QUESTO? QUALE IMMAGINE (E REALTÀ) DÀ UN ISTITUTO COME L’INPS CHE HA FRA I PROPRI UTENTI MOLTI INVALIDI- ANALFABETI- POVERA GENTE CHE INVECE DOVREBBE ESSERE AVVANTAGGIATA IN UN RAPPORTO DEL GENERE E INCORAGGIATA NEL RISOLVERE I PROPRI PROBLEMI? FORSE AD ALIMENTARE LA NASCITA DI TANTI PSEUDO-PATRONATI A CUI IL CITTADINO VIENE COSTRETTO A RIVOLGERSI (dietro pagamento di lauti compensi) PER AVERE RICONOSCIUTI I PROPRI DIRITTI E RISOLTI I PROBLEMI CREATI DALLO STESSO INPS?
Cordialmente Laura Fleres
laurafleres@gmail.com