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sabato, Aprile 26, 2025
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Insolazione estiva. Un’altra faccia dei fedeli della Sacra Famiglia

I fedeli, o meglio, alcuni fedeli della parrocchia Sacra Famiglia di Santa Teresa di Riva non riescono a trovare pace e ieri si sono premurati ad inviare una lettera all’Arcivescovo di Messina, Mons. Giovanni Accolla, che tra l’altro, secondo alcune indiscrezioni, sembrerebbe che non l’abbia ancora ricevuta, trovandosi impegnato nel ministero pastorale alle Isole Eolie, ma sicuramente avrà letto il disagio di pochi attraverso le testate giornalistiche.

Il bon ton da parte dei mittenti è misconosciuto: per loro è giusto avvertire prima la stampa e poi, forse, il diretto interessato, in questo caso l’Arcivescovo.

“Tutto nasce – secondo alcuni fedeli intervistati dalla nostra testata, in totale disaccordo con chi ha inviato la missiva – dal trasferimento di don Francesco Giacobbe” che, il 21 luglio scorso, si è insediato come parroco, alla guida della comunità parrocchiale “S. Maria Goretti” in Mazzeo. La partenza di don Francesco che aiutava il parroco don Ettore Sentimentale anche nella gestione spirituale della parrocchia S. Famiglia sembra non sia stata digerita. Tra i tanti quesiti che animano i parrocchiani non firmatari, a dire il vero, la maggior parte, si erge prepotentemente questo: “Come mai questi signori si lamentano solo ora?”. E gli intervistati continuano: “Quante bugie a buon mercato scritte senza il minimo pudore. Non è vero che molte associazioni sono state chiuse dai sacerdoti. Per esempio, proprio oggi l’ACR si ritrova nella frazione di Fautarì (basta guardare facebook n.d.r.) per il campo annuale. Parlano di ACG…e altre sigle. Dovrebbero ricordare che la Parrocchia non ha alcun legame ufficiale con l’Azione Cattolica diocesana, perché non avendo fatto il tesseramento non si è associata e non ha provveduto nemmeno agli incarichi statutari, non essendoci state le elezioni. Chi comanda? È ridicolo proclamarsi parte dell’Azione cattolica solo perché si usano i sussidi proposti da questa Associazione, senza averne condiviso la scelta. Circa tre mesi addietro, infatti, c’è stato un incontro, nel salone della Sacra Famiglia, con il direttivo diocesano… Per non parlare dell’Agesci sciolta per auto-sfinimento: mancavano i capi, cioè i responsabili e i formatori. Possibile che nessuno di quelli che ora si strappano le vesti dando la colpa ai preti ne abbia preso coscienza in tempo utile? Bugiardi, ridicoli o sprovveduti?”. La più pacchiana delle bugie è quella del Banco Alimentare. “Da almeno 30 anni la Caritas (organismo ufficiale della Chiesa a favore dei poveri veri) ha cambiato rotta: dall’assistenzialismo (Banco Alimentare) alla condivisione (Caritas parrocchiale)” è stato il ritornello che don Ettore Sentimentale ha lungamente ripetuto prima che iniziasse la formazione (curata con maniacale professionalità dai responsabili diocesani con circa 15 incontri) degli operatori Caritas di entrambe le parrocchie. Ogni domenica, negli avvisi delle messe, veniva ricordato che gli incontri erano sia al saloncino della Sacra Famiglia che all’oratorio del Carmelo. Noi stessi, soprattutto il giovedì, trovandoci sul posto per altre attività, abbiamo visto i due gruppi parrocchiali incontrarsi fraternamente. Forse ancora qualcuno piange perché gli è venuto a mancare il giocattolo?

Resta chiaro che le nostre considerazioni non intendono precludere in alcun modo l’eventuale risposta dell’Arcivescovo (siamo disponibili fin fa ora ad intervistarlo se Lui accetterà l’invito), ma non è accettabile che ad ogni cambio di guardia a S. Teresa scattino in automatico raccapriccianti commedie…all’italiana.

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