Roccalumera – Gli uffici del Giudice di Pace ubicati nel centro storico di Alì Terme rischiano di chiudere. Non tutti i Comuni pagano la quota annuale spettante e quindi si rischia di depennare uno dei servizi più importanti per i cittadini del comprensorio Jonico. All’appello del presidente dell’Unione dei Comuni delle Valli Joniche dei Peloritani su 18 sindaci hanno risposto solo in 14. Mancavano Limina, Forza d’Agrò, Itala e S.Alessio Siculo, quest’ultimo giustificato per l’assenza. Nel corso della riunione che si è svolta nell’aula consiliare di Roccalumera sono intervenuti un po’ tutti nel dibattito ed ogni primo cittadino ha dichiarato di voler continuare a pagare la quota annuale, cioè un euro a cittadino, più una quota fissa del 50% sul totale. Però tutti i Comuni devono pagare perché se qualcuno si rifiuta la macchina organizzativa si inceppa. E quindi c’è il rischio che l’ufficio del Giudice di Pace chiuda definitivamente i battenti. A questo non si vuole arrivare, per cui è stata indetta un’altra riunione, sempre a Roccalumera, per chiarire le strategie da adottare. Il problema comunque resta delicato. Erano presenti alla riunione, presieduta da Davide Paratore presidente dell’Unione e sindaco di Antillo, quattordici Comuni: Scaletta, Alì Terme, Alì, Nizza di Sicilia, Fiumedinisi, Roccalumera, Pagliara, Mandanici, Furci Siculo, S.Teresa di Riva, Savoca, Casalvecchio Siculo, Antillo, Roccafiorita. Assenti i sindaci di Limina, Forza d’Agrò, Itala e S.Alessio Siculo. Questa volta l’Unione non ha fatto la forza vincente, tant’è che il Giudice di Pace da un momento all’altro potrebbe essere sfrattato da Alì Terme.