Anche nel Comune di Alì diciannove precari hanno firmato il contratto a tempo indeterminato con l’ente. Si conclude così una vicenda durata 30 anni e fatta di aspettative, sussidi, proroghe e contratti a tempo determinato. Così, Alì risulta essere tra i primi comuni jonici ad aver assunto a tempo indeterminato i contrattisti. L’Amministrazione Comunale del sindaco Natale Rao, sin dall’insediamento ha attenzionato questa situazione, avviando tutte le pratiche affinché potesse andare in porto la stabilizzazione del personale che già da tempo svolgeva ruoli rilevanti all’interno del comune, consentendo il funzionamento di tutti i servizi.
Con il pensionamento di gran parte del personale di ruolo, infatti, tutti gli uffici sono coperti dagli ormai ex precari. Negli ultimi mesi, poi, si sono intensificati i contatti con l’Assessorato Regionale delle Autonomie Locali per verificare procedure ed adempimenti. L’iter si è concluso lo scorso venerdì 28 dicembre con la firma dei contratti da parte di 19 dipendenti che nel frattempo hanno acquisito professionalità e competenza. Il sindaco Natale Rao ha espresso la sua soddisfazione nell’aver portato a termine questa procedura. “Erano anni – commenta il sindaco Rao – che il personale del comune aspettava questo momento. L’iter avviato già nel 2012 con il concorso interno è stato portato a compimento”.
Il personale assunto, che ha potuto stappare lo spumante, è quello di cui alle LL.RR. n. 85/95 e n. 16/06. Il Comune di Alì è dotato di altro personale precario in attesa di stabilizzazione. Tra questo, due unità, titolari di contratto a tempo determinato e parziale, di cui all’art. 25 della L.R. n. 21/2003, per i quali è stata chiesta una proroga del contratto in essere per ulteriori 3 mesi, il tempo necessario per espletare la procedura concorsuale interamente riservata già avviata, così come prevede la legge. Entro pochi mesi anche loro potranno essere assunti a tempo indeterminato.
“Ma questa è solo la prima fase – conclude il primo cittadino – occorre ora pensare alla stabilizzazione dei precari che non sono rientrati in questa procedura”. Il riferimento è alle 5 unità ASU, anche loro diventati delle figure indispensabili per lo svolgimento dei servizi comunali, ma per i quali in atto non si è potuta applicare la medesima normativa.