Momenti di tensione ieri al pronto soccorso dell’ospedale San Vincenzo di Taormina. Un utente, in attesa di essere visitato, stanco della lunga attesa dietro la porta a vetri, ha deciso di mandarla in frantumi. Il personale che opera all’interno del reparto taorminese non è sufficiente a smaltire, soprattutto in questo periodo dell’anno, e dopo la chiusura del pronto soccorso di Giarre, l’enorme mole di pazienti che arrivano. Ieri il personale ospedaliero ha vissuto momenti di panico. Da tanto tempo commenta il primario del pronto soccorso dott. Mauro Passalacqua si aspettano le telecamere per la videosorveglianza. Sulla vicenda è anche intervenuto il segretario regionale del sindacato Fsi – Usae Sicilia.
“È allarme – commenta il segretario Calogero Coniglio – ed è necessario evitare di recarsi al Pronto soccorso per mal di denti, mal di gola, sciatalgie e dolori all’orecchio. I codici bianchi nei pronti soccorso degli ospedali siciliani devono avere una loro zona dedicata, adiacente al pronto soccorso o all’entrata, in modo da separare gli utenti in due sale d’attesa distinte. Un ambulatorio dedicato per i codici bianchi che diluisca l’affollamento nelle sale d’attesa dei triage dei pronti soccorso e riduca le attese, diminuendo l’esasperazione e l’irritabilità degli utenti. Il percorso separato eviterebbe di intasare le attese dei casi più urgenti che necessitano di assistenza specialistica. Snellirebbe le file d’attesa al Pronto soccorso e diminuirebbe le lunghe ore in sala d’aspetto, dove nascono i focolai premonitori delle aggressioni al personale sanitario. I numeri degli accessi al Pronto soccorso sono eccessivi”.
“All’arrivo i pazienti dovrebbero comunque fare riferimento al triage, essere accolti e accompagnati negli ambulatori adiacenti all’entrata o a fianco dei Pronto soccorso, dove medici, infermieri e personale di supporto interverranno con cure e assistenza di primo soccorso per poi decidere se dimetterli, indirizzarli al medico di famiglia o se sottoporli a una ulteriore consulenza al Pronto soccorso”.