SANTA TERESA DI RIVA – L’anomalia santateresina nella repubblica delle banane in chiave siciliana. A Santa Teresa di Riva quest’anno per la campagna elettorale (e ancora prima) si stanno vedendo effetti speciali di inaudita antidemocrazia. Al centro il “solito” Cateno De Luca, ex deputato e tra poco ex sindaco di Santa Teresa di Riva visto che è lui stesso, dopo essersi ricandidato come sindaco e presentato una propria lista di candidati per il consiglio, ad invitare gli elettori a votare per l’altro candidato sindaco, il designato (da lui) Danilo Lo Giudice. Lo sta facendo apertamente, con volantini, manifesti, post sui social. Lo scopo dichiarato è quello di ottenere maggioranza (con Danilo) e minoranza (con la sua lista) allo scopo di lasciare fuori dai giochi il terzo incomodo, l’avvocato cinquantaseienne Antonio Scarcella che ha osato mettersi di traverso ai suoi progetti di egemonia. Controllare Maggioranza e minoranza per non avere controparte, come ha fatto in questi cinque anni, quando la minoranza uscita dalle urne delle amministrative del 2012, si è subito sciolta come neve al sole, anzi qualcuno ha praticato quello che ultimamente a Santa Teresa di Riva è diventato lo sport preferito (altro che pallavolo in A2!), ovvero il salto della quaglia, sul carro del vincitore, che in cinque anni ha instaurato un vero e proprio “controllo totale” su tutto e su tutti. Il risultato è che l’attuale campagna elettorale è soffocata, timorosa.
In questo clima De Luca, “il supremo” che ama farsi chiamare, si presenta da asso pigliatutto, forte di un battage martellante delle “mirabilie” che ha fatto per Santa Teresa di Riva. Ultimo fiore all’occhiello la “bandiera blu” per la spiaggia e la qualità dei servizi offerti l’anno scorso (non per il mare, dove in estate navigano rifiuti e liquami di scendente e di montante).
La gente però si interroga: perché vuole tutto, violentando anche la democrazia? “Un candidato sindaco che sostiene apertamente un altro candidato scrivendolo sui suoi manifesti – scrive Riccardo sui social – al fine di ottenere maggioranza e minoranza, è un messaggio che non educa i nostri figli a rispettare le idee e la libertà degli altri”. “Accettare tutto questo – aggiunge Luciana – è diseducativo, un invito ai giovani di raggiungere i propri obiettivi a qualsiasi costo”. Ed ancora: “La democrazia prevede una maggioranza, che giustamente governa, ed una minoranza, che vigila sull’operato della prima. La furbizia non è democrazia, resta furbizia”. Questo giochetto dell’assopigliatutto De Luca lo ha tentato nel 2012 a Fiumedinisi, ma nella “sua metropoli” non gli riuscì, Fiumedinisi lo ha respinto. Ora ci riprova a Santa Teresa, una città di diecimila abitanti con oltre cinquemila elettori, non di un piccolo centro. E’ legittimo ed etico tutto questo? Ma soprattutto, perché vuole maggioranza e opposizione?