ROCCALUMERA – Il vigile del fuoco Roberto Scipilliti, scomparso da Roccalumera mercoledi 4 gennaio, è stato giustiziato con un colpo di pistola alla testa. Il killer lo ha fatto inginocchiare e poi gli ha sparato alla nuca con una pistola di piccolo calibro. Una esecuzione di stampo mafioso, che ha destato in tutti i cittadini comprensibile allarme. E’ la prima volta che una persona viene giustiziata con un colpo di pistola alla nuca. Un regolamento di conti non in uso nei pacifici comuni jonici del Messinese. Scipilliti è arrivato in contrada Rina di Savoca a bordo dell’auto dei suoi killer, che evidentemente conoscevano bene il luogo, solitario e non transitabile a causa di uno smottamento dei giorni precedenti. Il proiettile è stato sparato con foro d’entrata dalla nuca e d’uscita dalla gola, e ciò dimostra che il vigile del fuoco stava inginocchiato. Su questo atroce omicidio stanno indagando i carabinieri della compagnia Messina Sud e della stazione di Roccalumera. Si scava nel passato di Roberto Scipilliti, dei suoi trascorsi, della truffa all’ Ue e del carcere. Secondo gli inquirenti potrebbe trattarsi di un commando catanese, arrivato sul lungomare di S.Teresa, dove il vigile ha lasciato il suo fuoristrada, prelevato Scipilliti e portato a Rina di Savoca, per giustiziarlo con cinica freddezza. I militari stanno lavorando sulle ultime telefonate del vigile del fuoco, per risalire agli autori della spietata esecuzione.