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sabato, Luglio 12, 2025
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Referendum, anche Taormina dice “No”, e adesso cosa accadrà al G7?

Vittoria del “No” anche a Taormina, con un risultato netto quasi plebiscitario, il 71.48% dei votanti schierati con il no e il 28.52% per il si.Le schede bianche sono state 10, quelle nulle 28. A Taormina su 8 mila 697 aventi diritti al voto, nelle 14 sezioni attive, sono andati alle urne 5 mila 269 persone. La riforma costituzionale del governo Renzi dunque da Nord al profondo Sud non ha convinto gli italiani, storicamente legati alla Costituzione considerata un valore innato della stessa patria, ma non ottiene neanche il plauso dall’elettorato taorminese, dove si è registrata alle ore 23 un’affluenza alle urne del 60.46%. Dopo le dimissioni del Premier Matteo Renzi , avvenute ieri in tarda serata , si apre il toto scommesse su cosa accadrà, chi guiderà il governo e, dunque, chi rappresenterà l’Italia agli eventi dei prossimi mesi, fra cui il G7 del prossimo 26 e 27 Maggio proprio nella città di Taormina.

Le vicende nazionali hanno un eco anche a Taormina, che in questi mesi ha ospitato i dirigenti ministeriali e lo stesso Renzi che ha scelto la Sicilia e Taormina, come lui stesso ha affermato, per rilanciare la bellezza dell’isola nel mondo. Adesso la situazione politica è completamente cambiata e lo stesso vale per gli scenari che lo stesso Renzi aveva cercato di allontanare negli scorsi mesi dichiarando che “all’appuntamento con il G7 di Taormina, che sarà incentrato sulla cultura, non si può arrivare con un governicchio tecnichicchio”. Profezie che sembrano diventate realtà.

La decisione è, dunque, tornata al popolo italiano che chiamato a scegliere se approvare il testo della legge costituzionale concernente “disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del Cnel e la revisione del titolo V della parte II della Costituzione” ha detto No. Un no che sottolinea quanto il popolo italiano creda nei principi della carta costituzionale , non condividendo il dibattito politico che è troppo contratto e orientato verso le scelte imposte dall’Europa.

Un risultato che deve, sicuramente, destare un’attenta analisi da parte dell’intero sistema politico italiano, da troppi anni, ormai, chiuso nei palazzi del potere e lontano anni luce dalla realtà del popolo. Ma con il referendum del 4 dicembre la vittoria è di tutto il popolo italiano che a prescindere dalla scelta, è andato a votare, riprendendosi quella sovranità che è sua per diritto come afferma l’articolo 1 della Costituzione: “l’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”.

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