Gli eventi ed i fatti quotidiani di questo tempo inducono a riflettere sulla superbia perché sta all’origine di tutto il male dell’uomo ed oggi è diventata una vera malattia sociale, che procurerà danni sempre più pericolosi nell’economia, nella politica, nelle istituzioni sociali, se non si riesce a correre ai ripari e si riporta al centro dell’esistenza l’umiltà.
La superbia trova fondamento all’interno dell’uomo stesso, che vuole ricercare ed affermare la sua identità senza sapere che non va elaborata dal di dentro ma va negoziata nel rapporto con gli altri, da cui si aspetta il relativo riconoscimento, un forte bisogno esistenziale appartenente a tutti gli uomini. Purtroppo i “superbi” presumono tanto di sé e si mettono al centro dell’attenzione, anche quando non gli spetta, dimenticandosi che altri possono meritare e rendere meglio.
Questo interesse smisurato per sé senza accorgersi degli altri è tipico in tanti ambienti che frequentiamo nella vita di tutti i giorni a cominciare dalla famiglia, dove il marito o la moglie, il figlio o la figlia, il fratello o la sorella decidono di far ruotare ogni cosa attorno a sé, procurando spesso disagi e sofferenze all’interno dei rapporti familiari. La scuola è un luogo tipico dove la superbia trova alimento quando tra colleghi, e c’è sempre, qualcuno si crede superiore agli altri ed assume atteggiamenti di arroganza, di presunzione e di preminenza, mettendo per lo più in risalto le proprie qualità e disprezzando l’attività di collaborazione. L’ambiente di lavoro si presta pure a suscitare comportamenti di supremazia di quanti hanno mire di traguardi e successi personali per fare carriera e guadagnare di più, approfittando dei propri compagni e tante volte discreditando l’operato altrui o promuovendo dicerie e menzogne.
Il mondo dello spettacolo e dei mass media è centrato sulla superbia che fa vedere tutto il bello ed il buono dalla propria parte e non tiene in considerazione ciò che viene dal resto dei concorrenti e di conseguenza s’insidiano l’invidia e la maldicenza. Non resta fuori da questa malattia contagiosa neanche la chiesa in cui scattano forme di rivalità in seno agli stessi collaboratori pastorali che cercano di guadagnare posti di rilievo, mettendosi in mostra ed evidenziando il valore delle proprie azioni a discapito degli altri. L’ambito politico, tuttavia, rappresenta l’ideale per i cosiddetti superbi, arrivisti e decisionisti, alieni dal lavoro di squadra puntano sempre a primeggiare, lasciando fare ai subalterni il servizio sporco.
Il comportamento politico, che dovrebbe garantire una prestazione di gratuità per il bene comune, oggi si distingue per la ricerca affannosa del proprio interesse, per la tendenza a stare in alto e guardare con disgusto coloro che stanno dietro. Costoro, che non appartengono alla classe dei privilegiati, svolgono soltanto un ruolo secondario rispetto ai protagonisti della vita pubblica, che emergono dalla folla ed appaiono sempre in primo piano in ogni situazione, sfruttando perfino la fatica di quanti si impegnano al di fuori della visibilità e non sanno utilizzare l’immagine. Proprio qui si perpetuano gli inganni fatidici e passano le falsità, le manipolazioni, le sofisticazioni a danno della collettività perché la superbia garantisce i meno capaci sul piano della rappresentatività, che sono in grado di fare spazio in tutti i modi possibili soltanto al proprio ego fondato sull’ambizione, l’ingordigia e l’avidità. P
er questo motivo scoppiano le lotte personali, si scatenano le questioni sociali, si determinano le contrapposizioni di corporazioni, si prevaricano i diritti dei cittadini, si tralascia la cura della casa comune, si perde il senso della giustizia e della pace, continua lo stato permanente della crisi a vari livelli. Infine meritano di essere notati tra i superbi i nuovi ricchi che negano la dignità di uomini a coloro che orientano la propria esistenza sulla base della libertà, della democrazia, della cultura, della salute e della solidarietà senza lasciarsi incatenare dai beni superflui, prodotti mirati a tenere sottomesse e distratte le persone.
Noi riteniamo che le cose possonocambiare nella misura in cui si farà la scelta di ripartire dall’ umiltà in cui si possono ritrovare insieme bellezza e povertà e si potrà riconoscere l’altro che esiste come tale, ricco o povero, sazio o affamato, bianco o bruno, malato o sano.