L’elaborato è stato donato al Comune di Taormina dall’arch. Giuseppe Aveni, esperto geombientale, insieme all’arch. Salvatore Mondello. Viene prospettato, in tal senso, dai due tecnici – entrambi componenti della task force anti-frane della casa municipale – il recupero dell’area franata attraverso un iter dai costi abbastanza contenuti, tra i 50 e 60 mila euro.
Il muro dovrebbe essere ricostruito su fondazione consolidata da micropali per scongiurare il futuro ripetersi di fenomeni analoghi a quello verificatosi di recente. Come si ricorderà il problema concerne l’avvenuto crollo di 22 metri circa di pavimentazione e muretto dell’ala che si affaccia su Villagonia e che si sbriciolarono letteralmente sotto l’azione incisiva delle piogge.
L’iniziativa che potrebbe ora portare, senza grandi esborsi e quindi “in economia”, al ripristino della zona franata prevede, nello specifico, la rivisitazione dei pozzetti di raccolta per lo smaltimento delle acque meteoriche del Parco e la sostanziale sistemazione del muro che due mesi fa si è imbevuto di acqua e cosi è poi crollato. Viene prevista la realizzazione di nuovi muretti in cementi armato rivestiti in pietra locale come il belvedere esistente, mantenendo insomma anche dal punto di vista estetico lo stesso stile. Ora, ovviamente, la cosa essenziale sarà la capacità da parte dell’Amministrazione comunale di reperire in fretta le somme per effettuare le opere in agenda e qui si aprono le porte a diverse soluzioni che potrebbero portare all’attesa svolta.
La Giunta del sindaco Eligio Giardina si è attivata col Genio Civile, che ha effettuato un sopralluogo e con il quale si potrebbe realizzare un piano di intervento tramite una somma urgenza. Ma non si esclude nemmeno che possa esserci uno sponsor pronto a sostenere l’azione del Comune per sistemare questa parte di Villa comunale che rappresenta un’autentica “ferita al cuore” di uno dei più bei siti della città di Taormina. Ci sarebbe, a quanto pare, l’interesse e la disponibilità ad un impegno specifico per questa iniziativa da parte di una nota casa di moda internazionale che è da sempre vicina alle vicende di Taormina.
I prossimi giorni diranno se potrà concretizzarsi in tempi brevi il necessario piano di sistemazione dell’area franata. L’obiettivo dev’essere d’altronde quello di rimettere in sesto al più presto l’intera ala del Parco Giovanni Colonna Duca di Cesarò che attualmente risulta chiusa e inagibile, quella cioè che va dall’ex bar sino all’area delle pietre più conosciuta come “la Stonehenge di Taormina”.