22.2 C
Santa Teresa di Riva
venerdì, Ottobre 4, 2024
HomeAttualitàTaormina, in arrivo un sistema di allarme idrogeologico

Taormina, in arrivo un sistema di allarme idrogeologico

Un sistema di allarme idrogeologico immediato per tutelare i cittadini quando arriva la furia dei nubifragi: è in arrivo a Taormina e potrebbe presto estendersi ad altri centri della zona jonica. Dopo i sopralluoghi di questi mesi, ora si passa alla fase attuativa della strategia di prevenzione del rischio. Per il risanamento delle frane servirà parecchio tempo ma intanto si punta, da subito, all’installazione di un sofisticato “sistema anti-bombe d’acqua” che tramite sensori comunica in anticipo l’arrivo dei violenti fenomeni atmosferici e mette in sicurezza gli abitanti. “Un progetto pilota di difesa ambientale e dei cittadini è stato avviato sul territorio di Taormina e potrà rappresentare un momento di svolta”, rende noto il prof. Franco Ortolani, l’esperto di fenomeni alluvionali e dissesto idrogeologico che è stato chiamato dal sindaco Eligio Giardina a sovrintendere la task-force contro l’emergenza frane.

“Taormina – spiega Ortolani – si trova sulla rotta dei nubifragi connessi sia all’effetto Catania-Messina che a quello Alcantara Agrò Patrì Saponara. Mediante un rilievo eseguito con drone e con sopralluoghi si stanno elaborando carte geotematiche al fine di garantire la sicurezza dei versanti e delle aree antropizzate e abitate a valle. Tali attività sono state citate nella lettera che il sindaco di Taormina ha inviato al Ministro dell’Ambiente per sollecitare un suo intervento e mettere a punto linee di difesa idrogeologica innovative nel quadro di un monitoraggio in tempo reale degli eventi piovosi al fine di garantire la sicurezza dei cittadini con un adeguato sistema di allarme idrogeologico immediato”.

Ortolani richiama, insomma, i risultati di uno studio già effettuato dopo i fatti di Giampilieri e Scaletta 2009 da un gruppo di lavoro da lui costituito insieme al prof. Angelo Spizuoco, l’arch. Giuseppe Aveni, e da Carmelo Citraro e Carmelo Ardito del Collegio dei Geometri di Messina. “L’esperienza – continua Ortolani – ci porta ad affermare che non è realistico realizzare una messa in sicurezza di tutto il territorio esposto ai nubifragi e ai conseguenti flussi impetuosi idrici e fangoso-detritici dal momento che ormai è stato urbanizzato oltre ogni limite di sicurezza, ed è impossibile evitare i nubifragi ma si può attuare la messa in sicurezza dei cittadini”. “Non bisogna evacuare tutta l’area urbana – afferma Ortolani – ma allarmare solo le strade dove si prevedono i maggiori problemi. E con un sistema di allarme adeguato si possono mettere in salvo le persone. Il principio è lo stesso degli allarmi antiaerei: durante la guerra le persone venivano avvisate con solo alcune decine di minuti di anticipo di un potenziale bombardamento da un allarme sonoro in modo da mettersi in sicurezza nei rifugi adeguatamente predisposti e segnalati. Ora si deve realizzare un sistema immediato a scala comunale e di bacino idrografico per individuare sul nascere l’inizio dei nubifragi, nelle aree che già dal giorno precedente sono state pre-allarmate, e attivare con decine di minuti di tempo a disposizione il piano di protezione dei cittadini nelle parti urbane che possono essere invase da improvvisi flussi idrici e fangoso-detritici. Un sistema simile non è costoso ed è realizzabile subito”.

“Anche nella SiciIia orientale – conclude Ortolani – i disastri causati da alluvioni lampo innescate dai nubifragi rilasciati dai cumulonembi colpiscono ripetitivamente sempre allo stesso modo e negli stessi periodi. Finalmente hanno fatto aprire gli occhi al sindaco di Catania che ha sostenuto che occorre riformare il sistema delle allerte meteo oggi vigente. Infatti il 13 novembre 2015 il sindaco alla fine di un vertice con i responsabili nazionale e regionale della Protezione civile ha sostenuto che «Nella Città Metropolitana di Catania si sperimenteranno pratiche di collaborazione tra Protezione civile nazionale, regionale e Comuni per offrire maggiore sicurezza ai nostri cittadini per quanto riguarda l’allerta sugli eventi atmosferici e non solo e migliorare l’allerta meteo rendendola più specifica e puntuale. Non più macro-zone di cento chilometri di ampiezza ma aree di tre chilometri che consentano di valutare la risposta del territorio per agire sulla sicurezza con maggiore precisione. Sembra che il sindaco abbia letto quanto da noi sostenuto dal 12 dicembre 2009 in un convegno presso la Facoltà di Ingegneria di Messina a conclusione della prima fase delle ricerche sul disastro idrogeologico del 1 ottobre 2009 nel messinese. La fascia costiera ionica tra Catania e Messina è periodicamente interessata da nubifragi rilasciati da cumulonembi che si innescano tra la costa, l’Etna ed il crinale peloritano inondando la superficie del suolo con ingenti volumi di acqua di precipitazione lungo strette fasce di territorio, ampie da circa 5 a circa 12 km. Negli ultimi anni si sono verificati significativi eventi che hanno interessato Catania e varie città costiere fino a Messina. L’evento più catastrofico resta quello del 1 ottobre 2009 che ha causato circa 30 vittime in pochi minuti. L’attuale rete di monitoraggio meteo non è strutturata per individuare sul nascere i nubifragi e non esiste un sistema di protezione civile a scala comunale e di bacino idrografico dimensionata per tutelare i cittadini dalle alluvioni lampo”.

Scrivi un commento

Please enter your comment!
Please enter your name here

I piu' letti

Commenti recenti

Luca Bennato on Unico: Michael Martini
Maria Grazia Nunzio on Un cimitero per cani e gatti
Giuseppe Di Leo "Accademia Scuderi" Palermo on Judo – Il maestro Corrado Bongiorno orgoglio di Furci 
WP2Social Auto Publish Powered By : XYZScripts.com
P