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venerdì, Ottobre 11, 2024
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“Smistausato” veste almeno quaranta povere famiglie al giorno

ROCCALUMERA – “Aiutatemi, la casa che ho messo a disposizione dello Smistausato è piccola e non riesce più a contenere i vestiti, le scarpe, i cappotti e tutine per i bambini che mi portano quotidianamente le persone generose di tutto il comprensorio.  Non ho scaffali, ma soprattutto non c’è spazio dove sistemare l’usato”.  Teresa Brancato,  responsabile dell’associazione “E Berta Filava” una donna votata per fare bene alla povera gente, una donna che ha messo una casa a disposizione  del suo lodevole progetto, che paga luce, acqua, tassa sulla casa e sulla spazzatura i tasca sua, senza ottenere aiuti o ricompense dalle Istituzioni, adesso si rivolge ai sindaci, alle autorità competenti. E vista  la costante indifferenza di chi potrebbe aiutarla e non lo fa, ha manifestato più volte la volontà di chiudere “ma mi duole il cuore – ha dichiarato – abbandonare tante famiglie povere che non hanno di che mangiare e di che vestirsi”.   La gente di tutto il comprensorio conosce bene la sua vocazione, la sua lotta in difesa delle famiglie emarginate, e continua a portarle indumenti usati (anche tailleur di marca, paltò e scarpe firmati) che lei quotidianamente devolve alle persone che vivono in miseria. E sono decine le famiglie che giornalmente  bussano alla sede dell’associazione “E Berta Filava”, che è piccola e che non riesce più a contenere l’usato lasciato durante la notte, in appositi sacchi, dietro la porta. “Gradirei un locale meno umido e più accogliente – ha dichiarato ancora la Brancato – prima che arrivi un ispettore dell’Asp, com’è già successo una volta”. Anche questo succede a Roccalumera. Non solo veste la povera gente, ma qualcuno ha avuto pure l’ardire di avvisare l’Azienda Sanitaria Provinciale di Messina  denunciando che i locali di “E Berta Filava” sono umidi e non sono a norma.  La signora Teresa non ha intenzione di chiudere lo Smistausato perché sa che tanta povera gente morirebbe di freddo, che oltre a non avere i soldi per mangiare, non spenderebbe un centesimo per vestirsi.  E poi nei tetri ed umidi locali dell’associazione arriva di tutto, anche passeggini per i bambini, tutine e scarpette, oltre camicie, giacche, pantaloni e cappotti per gli uomini, e poi gonne. soprabiti e magliette per le donne. Arriva di tutto, ma viene ammassato, buttato un capo sull’altro, perché non ci sono scaffali, non c’è spazio e lo stanzone è umido. I sindaci dei comuni dell’asse  Capo Alì – Capo S.Alessio dovrebbero attenzionare questo delicato caso, e soprattutto il presidente dell’Unione dei Comuni, Domenico Prestipino, visto che l’associazione “E Berta Filava” svolge un lavoro di aiuto e sostegno per le famiglie povere ed emarginate del comprensorio.  Ma non bisogna perdere altro tempo, perché i locali dove avviene giornalmente lo Smistausato sono da Terzomondo, proprio come i tanti extracomunitari che vengono, si vestono e se ne vanno.

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