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Il comprensorio di Taormina vive di turismo: 10 mila persone impiegate nel settore, tra alberghi e commercio, sul piede di guerra. 

 

TAORMINA. “I lavoratori stagionali chiedono e meritano certezze per il loro futuro. Lo abbiamo detto nei giorni scorsi in Commissione Lavoro alla Camera e rilanciamo il nostro messaggio anche agli albergatori di Taormina e del comprensorio jonico. L’obiettivo dei lavoratori non è garantirsi l’indennità di disoccupazione ma periodi di impiego più lunghi di quelli attuali. Le soluzioni si possono trovare”. Il monito arriva dal segretario regionale della Fisascat Cisl Sicilia, il taorminese Pancrazio Di Leo. A Taormina e dintorni, anche quest’anno come ormai da troppo tempo, molte attività alberghiere in questi giorni stanno chiudendo per qualche mese, dando in pratica appuntamento a Pasqua. E’ il grande paradosso di un settore che vanta licenze annuali ma nella quasi totalità opera ormai su base stagionale, un comparto che è motore dell’industria ricettiva ma – lamentando di dover far fronte a troppe tasse – resta in attività da aprile sino a fine ottobre o metà novembre con qualche (encomiabile) eccezione di chi rischia e resta aperto anche sino a gennaio. “A Roma – spiega Di Leo – abbiamo ribadito che va reso strutturale l’intervento di sostegno al reddito per i lavoratori del settore turismo e servono misure idonee a garantire la copertura pensionistica previdenziale. La riforma Naspi se non sarà rivista diverrà un problema sociale. La maggior parte delle famiglie sono mono reddito e una riduzione del 50% della durata e del valore del sussidio Naspi rischia di creare un grave problema sociale. La riforma lascia inalterata la situazione di chi percepiva la mini-Aspi e penalizza chi percepiva la ex disoccupazione ordinaria con 52 settimane lavorative nel biennio, sia sul fronte economico che contributivo e riduce anche il periodo con massimo 6 mesi di indennità. Il comprensorio di Taormina vive di turismo (10 mila persone impiegate nel settore tra alberghi e commercio). Bisogna chiarire cosa si intende per aziende stagionali poiché a realtà stagionali di 6-7 e 8 mesi non corrispondono contratti per egual periodo, anzi le aziende stagionali assumono il 15 del mese e licenziano prima del 15 riducendo cosi i rapporti di lavoro. Cosi si creerà precariato?”. “Il dato fornito in questi giorni in merito al terzo trimestre da Federalberghi – aggiunge Di Leo, coadiuvato dal segretario aggiunto Salvatore D’Agostino – vede un calo delle assunzioni e in particolare per quelle a tempo determinato. E’ opportuno rendere strutturale quanto previsto dal decreto legislativo 148 del 24 settembre anche per gli anni a seguire e in mancanza di lavoro dare un minimo per poter sopravvivere degnamente”. Di Leo ha chiesto anche “maggiore tutela per i lavoratori stagionali a fronte delle assunzioni invece di dipendenti tramite voucher o personale extra-occasionale e stagisti”. “I lavoratori che da tanto tempo operano nel settore turismo, in passato riuscivano a lavorare anche per un periodo superiore a 6 mesi – conclude il segretario regionale di Fisascat Cisl – non possono finire nel limbo di un futuro da precari”. 

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