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venerdì, Ottobre 11, 2024
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Gianni Miasi:Se questa è democrazia..

SE QUESTA E’ DEMOCRAZIA

E’ opinione comune  che ben quattro regioni italiane ( Sicilia, Calabria, Puglia e Campania) sono, chi più chi meno, sottratte al controllo di legalità e di efficiente amministrazione ed asservite a gruppi di potere che, quando non sono infiltrate da associazioni criminali e mafiose, badano esclusivamente a mantenere e perpetuare un sistema parassitario, familistico , privo di qualunque prospettiva di sviluppo e caratterizzata da una costante comune: la corruzione.

Si tratta di circa 18 milioni di abitanti che, rispetto ad una popolazione  complessiva di 60 milioni , rappresentano un peso talmente insostenibile da rischiare di mandare all’aria l’intero stato italiano.

Per venire alla cose di casa nostra basta vedere la miserabile vicenda dell’ennesimo governo regionale che non riesce a formarsi per gli insaziabili appetiti di alcuni, per la mancanza di lucidità di altri e, soprattutto,per la incapacità tecnico-amministrativa di affrontare qualsivoglia problema.

L’assemblea regionale siciliana ha approvato tre leggi che dovevano rappresentare l’asse di sviluppo politico- amministrativo della regione per i prossimi decenni: mi riferisco alle leggi sulla riforma delle province, sui rifiuti e sull’acqua.

Ebbene tutte e tre  leggi sono state impugnate dal governo nazionale per mancanza di presupposti di costituzionalità: in altri termini perché si tratta di leggi fatte con i piedi e che ubbidiscono ad interessi non esattamente generali ma di uno o più potentati economico –  affaristici.

Dopo avere avuto due Presidenti della Regione azzoppati dalle condanne, addirittura uno tuttora detenuto, speravamo che il terzo, ossia l’attuale,avesse la capacità, politica ed amministrativa di portare la Sicilia sulla strada dello sviluppo e della legalità.

Purtroppo anche l’attuale Presidente della Regione si è rivelato un flop:  solamente proclami sterili e vuoti, incapacità assoluta di gestire finanche l’ordinario, circa 40 assessori cambiati finora e chissà quanti ancora in futuro.

Né  l’Assemblea Regionale Siciliana se la passa meglio, piena come è di arrivisti, di gente politicamente miope che all’interesse generale preferisce quello dei propri amici e parenti ,sovente  incapace dal punto di vista tecnico di distinguere tra una delibera ed una ordinanza, dilaniata da feroci lotte intestine che assomigliano più a guerre tra bande che a dialettica politica.

A questo punto tanti tra Voi mi potrebbero dire che  nel mio articolo non c’è alcun elemento di novità, casomai, ci può essere un poco di demagogia e di populismo .

Ed infatti il mio articolo ( scusatemi se l’ho fatta lunga) è finalizzato a ben altro e cioè a porre una domanda impegnativa che e’ la seguente: E’ POSSIBILE ED AUSPICABILE , IN UNA DEMOCRAZIA MATURA QUALE  E’ QUELLA ITALIANA, CHE LO STATO, CON UN ATTO POLITICAMENTE FORTE, COMMISSARI LE REGIONI DI SICILIA, CALABRIA, PUGLIA E CAMPANIA, PER UN PERIODO DI TRE QUATTRO ANNI IN MODO DA POTERE DOTARE TALI REGIONI DI UN CORPO DI LEGGI CHIARE, RAZIONALI ED IN LINEA CON L’EUROPA ?  VERREBBE MENO LA DEMOCRAZIA ?

Io penso proprio di no, al contrario si metterebbe a riposo,per alcuni anni, una classe politica inetta, imbelle, famelica che ha fatto della politica una professione, e si approverebbero delle leggi di effettivo sviluppo, soprattutto in tema di occupazione e di produzione agricola ed industriale.

Per fare questo ci vuole coraggio ma questa è, secondo me, l’unica medicina, allo stato, capace di risolvere i problemi del sud.

Diversamente  non si va da nessuna parte.

Cordiali saluti.

Gianni MIASI

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