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domenica, Ottobre 13, 2024
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Frane ed esondazioni nel messinese, indaga l’Antimafia

L’assessore regionale al Territorio Maurizio Croce e i vertici del dipartimento saranno sentiti dalla Commissione regionale Antimafia in merito alle frane che, tra settembre e ottobre, hanno messo in ginocchio la provincia di Messina. Lo annuncia il presidente della Commissione, Nello Musumeci: «Da giorni sto valutando la documentazione di cui siamo in possesso. Ne emerge un quadro sconsolante: da oltre un anno il Genio Civile di Messina aveva dato l’allarme e nessuno nel governo regionale lo ha raccolto. Concorderemo il da farsi nella seduta di domani».

Le carte del Genio Civile parlano chiaro: i torrenti negli anni, a causa di regimentazioni idrauliche rigide, hanno accumulato grandi quantitativi di sabbie e ghiaie che ne hanno fatto sollevare i letti fluviali di svariati metri. Si sono così trasformati in corsi d’acqua “pensili“, più alti di diversi metri rispetto sia ai muri d’argine che ai centri abitati circostanti. Situazione pericolosa rappresentata più volte dal Genio Civile all’Arta, competente in Sicilia in materia di demanio fluviale, «e mai presa in considerazione».

Ad aggravare il tutto, il carico urbanistico sui torrenti: si è costruito a ridosso dei muri d’argine e così il pericolo è aumentato. Sono sei i torrenti a rischio esondazione, tre sul versante tirrenico e tre su quello ionico. Sulla costa ionica le ultime esondazioni dei torrenti Pagliara e Savoca hanno provocato danni ai Comuni di Pagliara, Furci, Roccalumera e Santa Teresa. Sul versante tirrenico, invece, è il torrente Mela a preoccupare maggiormente. La sua esondazione, a seguito delle piogge del 9 e 10 ottobre scorso, ha causato ingenti danni ai Comuni di Milazzo e Barcellona.

«Siamo di fronte ad ipotesi di reato che – conclude Musumeci – potrebbero coinvolgere il governo della Regione e l’apparato burocratico. Poteva essere una tragedia e a Palermo qualcuno sapeva tutto e metteva le carte sotto. Va accertata ogni responsabilità, politica e amministrativa, senza entrare nel campo della magistratura cui compete l’accertamento dei reati penali. Noi, dobbiamo individuare chi sapeva e ha fatto finta di nulla. E non appena individuato va sanzionato severamente».

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