Ci fosse stata l’intervalliva Giampilieri – Graniti di cui si parlava negli anni ’80 o la Letojanni – Santa Teresa proposta nel 2011, il patatrac che c’è stato lunedì sulla ss 114 nei comuni di Sant’Alessio, Santa Teresa di Riva e Furci per la chiusura della A18 in seguito alla frana di Letojanni, sicuramente non ci sarebbe stato. Perché l’intervalliva avrebbe rappresentato la terza via, una via di fuga in alternativa alla statale e all’autostrada, collegando a mezza costa le valli della riviera jonica. Purtroppo la Riviera Jonica è costellata di occasioni mancate.
La storia
La prima proposta di intervalliva Giampilieri – Graniti venne negli anni Ottanta. Un’opera da centinaia di miliardi di lire sulla quale ci fu l’interesse della Provincia che la inserì nel programma triennale. Per mettere mano concretamente alla progettazione la Provincia aveva accantonato 472 milioni nel suo bilancio per le competenze tecniche di un pool di professionisti incaricati di studiare la fattibilità dell’opera. Erano gli ingegneri Vincenzo Benecchi, Giovanni Miceli e Francesco Colonna e gli architetti Carlo Fulci e Fabio Basile. Il tracciato della intervalliva Giampilieri – Graniti, che già si dal suo apparire non era per niente piaciuto ai sindaci più interessati, era stato già abbozzato dall’ing. Giovanni Caminiti, dell’ufficio tecnico della Provincia, che lo aveva presentato nel corso di una assemblea dei sindaci del “Club dei 24” nell’aula consiliare di Santa Teresa di Riva nel 1986.
Non se ne seppe più niente. La rispolverò nel 2000 il presidente Buzzanca. Il progetto fu diviso in quattro lotti, il primo prevedeva il collegamento Giampilieri – Fiumedinisi per una spesa, approssimativa, di cento miliardi. Ancora una volta tutto finì in un cassetto. Dieci anni dopo (ottobre 2010 ci riprovarono i sindaci di Letojanni (Mauro), Gallodoro (Lo Monaco), Mongiuffi Melia (Curcuruto), Roccafiorita (Bartolotta), Limina (Ricciardi), Forza D’Agrò (Di Cara), Sant’Alessio (Foti), Santa Teresa di Riva (Morabito), Savoca (Bartolotta), Casalvecchio (Rigano), e Antillo (Di Ciuccio) che sottoscrissero un protocollo d’intesa con l’ufficio consortile del Prusst Valdemone al quale delegarono l’incarico della progettazione. Vennero affidati gli incarichi di progettazione (marzo 2011). Del pool ne facevano parte quasi tutti i tecnici dei comuni interessati. Stanziati anche i soldi per la progettazione. Poi il buio.
Sussulto d’orgoglio
Passano gli anni, si spazientisce il sindaco di Antillo (Paratore) che convoca a S.Teresa una conferenza di servizio con il Prusst, la Provincia e i comuni della Valle d’Agrò per lo stralcio del progetto della intervalliva S.Teresa – Antillo. I professionisti individuati per la progettazione sono: Pierluigi Campione (Ufficio speciale consortile Prusst), Lucio Nicita (ufficio tecnico comune di Savoca), Pietro Mifa (Forza D’Agrò), Santi Turiano (Santa Teresa di Riva), Sebastiano Costa (Antillo). L’incarico per lo studio geologico è stato affidato a Maurizio Bonasera (Prusst), per l’impatto ambientale a Lorenzo Mirabito. Responsabile unico del procedimento è stato nominato l’ing. Giuseppe Celi dirigente della Provincia regionale di Messina (Letterio Saccà collaboratore, componente dell’ufficio tecnico del Prusst). Ma questa è un’altra strada. Oppure un’altra chimera nel festival delle occasioni mancate nella Riviera Jonica? Salvo poi scandalizzarsi se una frana taglia in due la costa e brucia milioni di euro.