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lunedì, Ottobre 14, 2024
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Pulizia e svuotamento dei torrenti, fare presto

SANTA TERESA DI RIVA – Svuotare gli alvei dei torrenti, prima che sia troppo tardi. Nuovo appello del sindaco Cateno De Luca. Il centro abitato di Santa Teresa di Riva è stretto nella morsa di due torrenti, il Savoca a nord e l’Agrò a sud, con l’intermezzo del Porto Salvo che lo taglia in due. Alvei sovralluvionati e pieni di detriti che nelle giornate di pioggia intensa, come le ultime appena trascorse, non lasciano dormire sonni tranquilli ai santateresini. Gli alvei di tutti i torrenti della Riviera Jonica (e non solo, quindi, quelli di Santa Teresa di Riva) sono colmi di detriti alluvionali sedimentati anno dopo anno, che non finiscono più in mare, come avveniva fino a qualche decennio fa, un po’ per la cementificazione che in qualche caso ha ristretto il letto dei torrenti, poi perché gli stessi sono stati imbrigliati in modo tale che il genio civile lo giudica oggi improprio, e tutto questo fa prendere velocità alle acque piovane che quindi non trasportano a mare quella quantità di detriti necessaria a ripascere le nostre spiagge. Il torrente Savoca tra Santa Teresa di Riva e Furci è il corso d’acqua simbolo di questa situazione: il letto si è innalzato in modo preoccupante, ha quasi raggiunto i muraglioni di contenimento ed i ponti ferroviari e stradali. Ed ad ogni pioggia la situazione peggiora. Il torrente Agrò è un altro simbolo di come il degrado dell’alveo ha messo a rischio due comunità, quella di Santa Teresa di Riva e quella di Sant’Alessio, perché la cementificazione dell’alveo con l’imbrigliamento, ha privato la spiaggia del naturale ripascimento, esponendo i lungomare alle mareggiate e togliendo alla fruizione un arenile che prima tutti ci invidiavano. I Comuni sollecitano, presentano progetti, scrivono alle autorità, ma restano inascoltati.

Quindi bisogna autorizzare lo svuotamento degli alvei per due ragioni: la sicurezza dei centri abitati ed il ristoro delle spiagge scomparse. Non si può continuare a tenere sulla testa dei cittadini questa spada di Dàmocle fino a quando non si verificherà un disastro, come quello di Giardini Naxos di mercoledì, i cui danni cadono sempre sulle spalle della comunità e mai su quelle di chi è responsabile di questa situazione (che parte dagli anni Ottanta). “Mi pare appena logico evidenziare – ha spiegato il geologo Salvo Puccio, esperto del comune di S.Teresa – che la conformazione urbana dei paesi rivieraschi è figlia di quella urbanizzazione spinta risalente ai primi anni 80 fino alla metà degli anni 90. Quindi, se proprio vogliamo cercare i responsabili, cominciamo da chi ha pianificato i quartieri e le strade senza tenere conto della presenza dei corsi d’acqua. Quindi parlo di tutti, amministratori, politici e tecnici che hanno realizzato abitazioni (oggi vuote) lungo i bordi dei torrenti e tombato gli stessi per fini speculazioni edilizie. Risulta facile attaccare gli attuali amministratori che ovviamente devono correre ai ripari su quanto ereditato in tema di assetto territoriale. A loro giustamente corre l’obbligo di pianificare gli interventi di messa in sicurezza del territorio mediante manutenzione ordinaria (pulizia torrenti), straordinaria ed interventi di mitigazione del rischio (idraulico); ma con quali risorse?”. Ci vuole l’emergenza per intervenire? Ci vuole il morto prima di muoversi?

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