SANTA TERESA DI RIVA – Ancora senza terapia i quindici piccoli disabili di Santa Teresa di Riva che dal 1 giugno si sono visti interrompere il trattamento perché l’Asp non ha rimpiazzato la logopedista. Una situazione di estremo disagio per le famiglie e di inaudita gravità per i piccoli che subiscono l’innefficienza burocratica di una sanità fatta solo di parole. Sono ventidue giorni che al centro di riabilitazione di Santa Teresa di Riva lavora solo una logopedista mentre i bambini assistiti dalla seconda restano a casa. E’ accaduto che dal 1 giugno il contratto a tempo indeterminato è stato stipulato con una soloa delle due terapiste in servizio a Santa Teresa di Riva, sicchè la seconda, scaduto il contratto a tempo determinato, è andata via. Dall’Asp non è partito il rimpiazzo, i genitori sono stati invitati ad avere pazienza perché tutto si sarebbe risolto nel giro di pochi giorni. Di giorni ne sono passati 22 ed ancora non è stata assegnata la logopedista mancante. Il comune di Santa Teresa di Riva – che ha messo a disposizione dell’Asp a titolo gratuito i locali dell’ex pretura, ristrutturandoli e comprando pure gli arredi – ha chiesto spiegazioni all’Asp, senza però ricevere alcuna risposta esaustiva. Anche perche nel protocollo d’intesa che era stato firmato l’anno scorso tra comune e asp, il comune si impegnava a mettere a disposizione gratuitamente i locali adeguandoli alle esigenze del centro e l’Asp si impegnava a potenziare il servizio. I patti dovrebbero essere rispettati, non è tollerabile che quindici bambini restino per un solo giorno senza la terapia di cui hanno bisogno, non è giustificabile che le istanze di genitori e amministrazione comunale vadano a sbattere contro un muro di gomma. L’assessore ai servizi sociali Annalisa Miano ha chiesto al direttore generale dell’Asp, Gaetano Sirna, un “incontro ricognitivo al fine di risolvere la questione nel più breve tempo possibile, senza alcuna conseguenza per gli utenti e senza provocare ulteriori spiacevoli disservizi”. Anche a questa lettera, datata 17 giugno, c’è stata risposta. “Noi genitori – ci dice Natalina Polmo, vice presidente dell’Associazione Dispari che riunisce i genitori dei bambini disabili – stiamo aspettando che le vie burocratiche si compiano. Ma siamo arrabbiati ed esasperati, i nostri bambini non si meritano questo”. E dire che in occasione della convenzione stipulata il 30 giugno dell’anno scorso tra Comune e Asp tra l’altro si leggeva che “l’Asp procederà al potenziamento del proprio personale al fine di garantire l’attuale fabbisogno delle prestazioni riabilitative”. Potenziamento che era di facile lettura visto che c’era personale in esubero. Evidentemente il piano di riorganizzazione delineato dal capo Dipartimento Riabilitazione dell’Asp Giuseppe Quattrocchi, è finito nel nulla. «In città – aveva spiegato Quattrocchi a Natalia La Rosa della Gazzetta del Sud lo scorso aprile – esistono nove strutture convenzionate: perché tenerne aperte altre due al Mandalari con 28 terapisti? Potrebbe essere invece più utile concentrare le prestazioni rese dall’Asp su settori di alta specializzazione, dirottando invece gran parte del personale nei centri della provincia dove la sofferenza è maggiore”. La riorganizzazione non è stata varata, le liste di attesa sono diventate lunghissime, i centri della provincia come S. Teresa restano sguarniti soprattutto in alcune specialità come ad esempio la logopedia. Colpa – sempre – della Regione? Ma i patti devono essere mantenuti ed è già la seconda volta che questo disservizio di manifesta
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