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martedì, Ottobre 8, 2024
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Termalismo in Sicilia, possibilità di rilancio? Iniziativa del Lions Club (LE FOTO) 

Roccalumera – Il termalismo in Sicilia tra passato e presente, tra opportunità mancate e possibilità di rilancio futuro. Se ne è discusso nel corso di un convegno che si è svolto all’Antica Filanda di Roccalumera. Un importante momento di confronto organizzato dal Lions Club di Santa Teresa di Riva in sinergia con il Lions Club Catania Faro Biscari ed il Lions Club Barcellona Pozzo di Gotto. Tre club che nei rispettivi territori di appartenenza possono vantare importanti centri termali e cioè Alì Terme, Acireale e Terme Vigliatore.

Il Presidente del Lions Club Santa Teresa di Riva, Antonio Scarcella nel suo intervento di apertura, ha evidenziato l’importanza del patrimonio termale come una delle risorse del territorio da riscoprire e capitalizzare in relazione a concrete opportunità di sviluppo del territorio. Il dott. Vincenzo Stroscio presidente del Lions Club Catania Faro Biscari, ha invece sottolineato una fase storica delle terme in cui la dimensione familiare era determinante sia per il sistema di conduzione che la creazione di quello che forse è stato un benessere termale più genuino rispetto alla concezione odierna.

L’avv. Giuseppina Siracusa, presidente del Club Barcellona Pozzo di Gotto, ha riconosciuto il ruolo vitale delle attività produttive e di servizio legate al termalismo che hanno costituito in diversi momenti storici il traino per le economie locali delle aree interessate.

Il convegno nasce dall’idea di approfondire la  condizione  delle strutture termali della Sicilia orientale. con l’intento di analizzare le condizioni del settore nell’ambito del sistema produttivo regionale cercando di valutare, cioè, il settore termale come ambito  di riferimento per lo sviluppo turistico regionale insieme al ricchissimo patrimonio storico-architettonico, culturale e di tradizioni al fine da individuare un progetto portante su cui lavorare per il prossimo futuro. E pertanto, proprio per cercare di entrare a piè sospinto in questa logica edificante, il primo passo certamente consiste nel capire, conoscere e fissare degli elementi su cui potere lavorare operativamente..

L’arch. Andrea Donsì che ha moderato i lavori, nel suo intervento introduttivo ha evidenziato che tra le eccellenze del territorio siciliano, la qualità delle acque termali e soprattutto il contesto geografico (il rapporto diretto con il mare) in cui sono inseriti i vari siti ne formano una prerogativa unica nell’ambito europeo.

Opportunità concrete di sviluppo ma sulle quali ancora oggi dopo decenni di tentativi miseramente falliti tranne poche eccezioni tra l’altro male capitalizzate, le nostre comunità non sono state capaci di sistematizzare affinchè diventino strumento di crescita socio-economica. “L’occasione di  questo  meeting nasce – ha affermato l’arch. Donsì –  dalla  consapevolezza  dell’esistenza di un bene primario  che  però, nell’immaginario collettivo, viene  visto prevalentemente  solo in  un’ottica socio-assistenziale utile ma non trainante come settore prioritario. Si tratta di un argomento poco considerato rispetto alla grandissima valenza di prospettiva costituendo  una  immensa risorsa poco valorizzata che ha “costi tecnici” minimali rispetto alle capacità di indotto  che è  capace di generare in termini produttivi, qualità terapeutiche e curative, occupazionali e di coinvolgimento sociale”.

Non è stata casuale dunque la scelta della tematica ma – ha proseguito l’arch. Donsì –  l’occasione di incontro nasce dalla volontà di tentare di dare un impulso utile al coinvolgimento delle maestranze direttamente interessate in una fase in cui il settore rischia di subire dei pesanti disincentivi mentre la cooperazione nell’ambito di un distretto delle strutture termali potrebbe favorire un viatico concreto per ottenere l’accesso ad importanti risorse comunitarie”.

“In questo contesto – come ha sottolineato la prof.ssa Lina Severino delegato responsabile tema di studio distrettuale – vi è la volontà da parte dei Lions non soltanto di organizzare eventi finalizzati a far conoscere le qualità del nostro territorio ma anche a valorizzarlo opportunamente. Le associazioni oggi – ha aggiunto la Severino – devono avere una più efficace funzione di stimolo”. Lo scopo dell’iniziativa era quello di aprire un dibattito si, ma soprattutto un percorso di approfondimento al fine di contribuire ad una opportuna sensibilizzazione delle maestranze produttive e politiche per potere avviare un processo serio e strutturato di valorizzazione del territorio in strettissima interazione con la valorizzazione del patrimonio storico e culturale siciliano. Ciò che è emerso dalle relazioni tecniche è il quadro di un settore in difficoltà. Un settore che non riesce a sfruttare a pieno le potenzialità che invece possiede. Lorenzo Grasso, ex primo cittadino di Ali Terme, oggi vicepresidente Ancot (l’Associazione Nazionale dei Comuni Termali) ha evidenziato nel proprio intervento la necessità di riuscire a passare dalle parole ai fatti. “ In Sicilia , ha affermato Grasso, ci stiamo provando con il Progetto del Distretto Produttivo del Benessere Termale Siciliano. Certo – ha proseguito – dobbiamo evidenziare che la Sicilia è penalizzata da una imposta aggiuntiva che prevede il pagamento da parte dell’impresa termale del 5% in più sul fatturato. Un tributo previsto solo in Sicilia.  In Italia – ha aggiunto Grasso – ci sono più di 200 comuni termali ma i dati riferiti al fatturato non sono affatto incoraggianti, soprattutto se guardiamo agli altri paesi Europei.” Anche Paolo Genovese, consigliere nazionale Federterme e presidente del Parco Augusto di Terme Vigliatore, ha evidenziato le difficoltà che  giornalmente incontra nel settore del termalismo. “Oggi – ha affermato Genovese – il complesso termale alberghiero di Terme Vigliatore funziona ma non decolla. Questo – ha spiegato Genovese – accade perché siamo nostro malgrado una cattedrale nel deserto”. Il presidente del Parco Augusto ha infatti lamentato la carenza di collegamenti, di servizi , di coordinamento tra i vari operatori turistici. In Italia le imprese classificate come aziende termali sono circa 380 ed offrono, complessivamente, 28.000 posti letto di cui, quasi il 50%, localizzato nel Nord Italia. Il Veneto è la prima regione italiana con 85 aziende termali. La Sicilia invece, invidiata per la qualità delle acque termali non riesce ad emergere. Colpa delle scelte politiche, della gestione dell’intero settore che non ha consentito fino ad oggi un vero sviluppo, anzi ne ha in qualche modo facilitato il processo di crisi. Oggi l’Italia  è uno dei cinque paesi europei insieme a Francia, Germania, Austria e Ungheria in cui le cure termali vengono riconosciute da Servizio sanitario nazionale. Le terme rappresentano dunque un immensa risorsa che va valorizzata in funzione soprattutto di un possibile sviluppo turistico della regione siciliana. La Prof.ssa Elena Di Blasi, Professore associato di Geografia Politica ed Economia dell’Università degli studi di Messina ha fatto un breve ma efficace exursus storico sulle terme siciliane dal quale è emerso un patrimonio di tradizioni e caratteri dei siti termali assolutamente invidiabili. L’esperienza raccapricciante delle terme di Acireale che ha visto in pochi far passare la gestione della struttura da una condizione floridissima ad un commissariamento finalizzato alla graduale dissoluzione come sistema produttiva è sintomatica dell’intrusione di logiche manageriali inadeguate rispetto alla ricchezza baturale che abbiamo a disposizione.

“L’importanza della cultura del marketing per recuperare una adeguata logica produttiva è indispensabile non solo come processo culturale ma per il definitivo lancio delle realtà termali siciliane nel mercato europeo”.

La Prof.ssa Margherita Ferro, Presidente del Distretto Produttivo del Benessere Termale Siciliano, nel raccontare l’esperienza dei cluster di impresa riuniti nel programma, ha approfondito ulteriormente la complessa vicenda acese come riferimento di un modello negativo da cui distaccarsi definitivamente.

“La prospettiva della privatizzazione di siti di Acireale, di Sciacca e di altri ancora non deve essere immaginata come opportunità per ripristinare dei sistemi di interesse privato perverso ma come occasione per il recupero reale delle risorse termali in una logica di sistema produttivo a rete e non centralizzato”

Nel dibattito moderato dall’arch. Andrea Donsì, sono emerse ulteriori valutazioni in merito alle criticità delle strutture termali a gestione privata come evidenziato dall’arch. Mario Marino, dal prof. Giuseppe Catena e dal dott. Giuseppe Di Tommaso.

Ha concluso i lavori il dott. Francesco Freni Terranova, I* Vice Governatore del Distretto Lions Sicilia il quale ha preso atto delle argomentazioni e degli aspetti più significativi della giornata prendendo l’impegno ad approfondire l’argomento che interessa tutta la comunità siciliana come possibile punto di partenza per un’idea di sviluppo che leghi direttamente le risorse termali al turismo regionale.

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