“La strada di collegamento S.Teresa – Antillo? Ottima iniziativa, Peccato che i comuni interessati , tranne Santa Teresa di Riva , non hanno neanche i soldi per regolarizzare le concessioni con il demanio fluviale per poter fare il progetto preliminare”: è il sindaco di Santa Teresa, Cateno De Luca, che veste i panni del bastian contrario, del disfattista, del pompiere che corre a spegnere l’entusiasmo dei sindaci della Valle d’Agrò che proprio mercoledì nel vertice di Forza D’Agrò hanno dato nuovo impulso alla progettazione, affidata non ad un pool di tecnici venuti da fuori, ma ai dirigenti degli stessi uffici tecnici comunali, una iniezione di fiducia ed un apprezzamento che non ha precedenti nella progettazione di grandi opere, spesso calate dall’alto con tecnici che nemmeno conoscevano il territorio.
Perché la strada intervalliva S.Teresa – Antillo – a sentire De Luca – è una utopia? “Perché per fare un progetto preliminare degno di questo nome con relative autorizzazioni ci vogliono almeno 100 mila euro e se si aspettano i tempi degli uffici tecnici comunali potremmo già metterci la croce sopra”. In verità le spese di progettazione della strada intervalliva, tutta, da S.Teresa ad Antillo, compresi i tre ponti, è a carico del Prusst Valdemone che si occuperà anche di ottenere tutti i permessi ed i nullaosta possibili ed immaginabili, come ci ha chiarito l’ing. Lorenzo Mirabito, dirigente dell’Ufficio Speciale Consortile del Prusst Valdemone, che abbiamo rintracciato telefonicamente nel suo ufficio presso il comune capofila, Randazzo. Il Prusst ha già anticipato le prime spese ed ha nominato i tecnici specialisti che affiancheranno i tecnici comunali in questa progettazione. Quindi le preoccupazioni del sindaco De Luca (che da qualche tempo guarda con molto interesse ai debiti dei comuni della Valle) sotto questo aspetto sono fugati. Resta il problema del finanziamento dell’opera: dovranno essere i sindaci a trovarlo, bussando a tutte le porte.
De Luca, comunque, non è “contro” la strada intervalliva, che si integrerebbe alla perfezione con il “suo” svincolo: teme che sia una delle tante chimere che sono state inseguite nella Val d’Agrò. Citiamo la diga di passo Granciara, la intervalliva Giampilieri – Giardini, il porto, … lo svincolo.
E chiarisce De Luca che il progetto non può ottenere le autorizzazioni perché manca il titolo regolarizzato riguardante il demanio fluviale, soldi che i comuni non hanno pronta cassa. “Se un padre non ha i soldi per pagare l’affitto della casa dove abita ( demanio fluviale ) ed ha procedure di sfatto in corso secondo voi pensa a spendere i soldi per fare un progetto di ristrutturazione o ampliamento di quella casa ( progetto strada di lungofiume ) oppure pensa prima a pagare gli arretrati per poter avere titolo a permanere e migliorare quella casa dove abita ? Per regolarizzare le concessioni demaniali ci vogliono circa 50 mila euro a comune in quanto è da oltre dieci anni che non vengono pagate”.
Per sanare questa e altre situazioni l’unica è … il comune unico. Ma i sindaci gli hanno già risposto di no. E lui se l’è legata al dito. Ed aggiunge “Per lo svincolo è prematuro porsi il problema di come verrà finanziato, prima facciamo il progetto ed otteniamo tutte le autorizzazioni, dopo si vedrà”.