Nella società della crisi, che sta devastando l’integrità della stessa umanità nell’ambito personale, sociale ed ambientale, occorre fare ricorso a tutte le energie necessarie per ristabilire un equilibrio vitale e risollevare le sorti della nostra cittadinanza nel mondo. Lo stato di sofferenza persistente sul piano individuale a causa delle privazioni, delle prevaricazioni e delle corruzioni, non permette di poter usufruire dei beni comuni, non più rispondenti al bisogno di ciascuno.
Le carenze nei servizi essenziali, relativi alla salute pubblica, all’istruzione, alla sicurezza e la mancanza di attenzione alle necessità delle fasce più deboli hanno determinato una certa precarietà nella vita di un gran numero di persone. Esistono famiglie che ogni giorno lottano per la sopravvivenza, che affrontano in affanno e solitudine problemi economici, malattie ed emarginazioni. Sono in aumento i disoccupati ed il lavoro si rende pesante per il carico di mansioni e di orario, contravvenendo ad ogni tipo di diritto.
Vige sempre la legge del più forte, la logica dell’indifferenza, la ricerca dell’interesse privato e del piacere ad ogni costo senza rispetto per gli altri. A questo punto sarebbe utile rientrare in se stessi, scrutare nel profondo del proprio cuore ed attivare il sentimento della compassione. E’ veramente il tempo di guardare dentro il proprio intimo e provare compassione – soffrire con, condivisione e partecipazione con simpatia – verso se stessi innanzitutto,considerandone la fragilità, la provvisorietà e la miseria, e poi dirigere lo sguardo agli altri, a coloro che ci stanno accanto e ci passano vicino fino a tutti quelli che sono lontani, estranei, forestieri.
E’ proprio il tempo di riscoprire il senso di appartenenza alla famiglia umana e cercare di abitare la città del cuore, al di là delle piccole frontiere storiche, al di là dei confini territoriali, al di fuori delle separazioni di razza, di genere, di cultura, di lingua, di politica e di religione. Va ricostituita la mappa del globo terrestre a partire dal cuore che batte all’unisono, come un solo uomo, con ritmo armonico nella varietà delle forme. Da qui si può trovare il modo di prendersi cura dei poveri, degli esclusi e dei perseguitati, si può orientare l’impegno a tutelare l’ambiente, si può proteggere la pace, la bellezza della relazione e la ricchezza della diversità nella consapevolezza che l’unione rende forti, capaci di superare gli ostacoli, disponibili a sopportare “gli uni i pesi degli altri”.
La compassione appare una via possibile per mutare il destino degli uomini di oggi perché induce a mettersi nei panni dell’altro, ad avere differenti punti di vista, a comprendere la situazione disagiata e disporsi in atteggiamento di aiuto nei confronti del prossimo quando:
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si fanno le leggi in parlamento o si amministrano i piccoli paesi
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si esercita la giustizia nei tribunali o si rispettano le regole della convivenza
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si governa a vantaggio della comunità locale, nazionale e regionale
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si persegue il bene comune o si cerca il benessere personale
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si sta in famiglia, sul lavoro, a scuola, in chiesa, in ospedale, per strada….