CASALVECCHIO – Orari ridotti per la visita all’Abbazia dei SS. Pietro e Paolo d’Agrò per il periodo invernale. Fino al 31 marzo 2015 l’Abbazia sarà aperta al pubblico tutte le mattine dalle 9 alle 13, in considerazione del fatto che durante il periodo invernale – come ci dice il vice sindaco Carmelo Palella – l’affluenza di visitatori si riduce sensibilmente. Da qui la necessità di non impegnare inutilmente il personale addetto. Per eventuali esigenze di visita pomeridiana è possibile effettuare una prenotazione al numero 3337259167 messo a disposizione dall’amministrazione comunale di Casalvecchio.
Da qualche anno, grazie alla sinergia tra Comune e Soprintendenza, l’apertura dell’Abbazia durante il periodo estivo avviene anche nelle ore pomeridiane e questo ha portato all’incremento di visitatori (circa 10 mila hanno lasciato la loro firma sull’apposito registro).
L’Abbazia arabo normanna di Casalvecchio è al centro di un progetto di valorizzazione che l’amministrazione comunale ha varato e che dovrebbe coinvolgere tutti gli otto comuni della Valle d’Agrò. Tuttavia ad un anno dal suo annuncio, ancora siamo alla fase di studio, e c’è il rischio concreto che si salti la programmazione dei fondi europei 2014-2020 che potrebbero consentire la realizzazione di molte opere, non prima, però, di avere pensato a realizzare alla strada di collegamento alla Riviera Jonica, visto che per adesso si usa il greto del torrente Agrò e nelle giornate di pioggia intensa è difficile attraversarlo per raggiungere l’Abbazia. Insomma, prima di pensare a far volare la fantasia, ci vorrebbero un paio di ali robuste. Altrimenti si farà la fine di Icaro.
Abbazia anche al centro di una polemichetta con l’Istituto comprensivo di Santa Teresa di Riva che per pubblicizzare un corso teorico – pratico di 50 ore di “promotore turistico territoriale” ha postato una foto vecchia di almeno venti anni che ha parecchio irritato i casalvetini. La foto ritrae il vecchio cartello ce avvisava i visitatori che per l’Abbazia non c’era custode pagato per aprire e chiudere la porta e che per visitare l’Abbazia bisognava affidarsi alla cortesia di una vicina “sempre se è disponibile”. Anni che furono, ora le cose sono cambiate, i ragazzi Asu della soprintendenza fanno quotidianamente un lavoro egregio e quel cartello doveva rimanere morto e sepolto nella memoria dei più anziani.