FURCI SICULO – Il Parco suburbano continua a marcire. Il polmone verde più rappresentativo della provincia da anni viene lasciato in completo abbandono, con i vialetti in legno che cadono a pezzi, sporco e con i pochi gazebo rimasti, ormai fradici e scardinati. Una lenta agonia che sta scuotendo le coscienze dei cittadini, impotenti a contrastare il disinteresse delle autorità competenti. E per combattere l’incuria di chi è stato preposto a dare lucentezza al Parco suburbano, è sceso in campo anche l’ex sindaco Bruno Parisi, che sprona l’attuale amministrazione ad intervenire, almeno per rendere pulita ed ordinata la struttura. Ma l’attuale giunta del primo cittadino Sebastiano Foti non può agire perché la gestione del Parco è stata affidata anni addietro ad una associazione che resta ferma al palo perché non ha le forze finanziarie per farlo. Ma vediamo, nei particolari, i risvolti di questa delicata vicenda, che sta allarmando tutto un paese. Circa quattro anni addietro, l’amministrazione del tempo guidata dal sindaco Parisi ha speso 45 mila euro per sistemare in parte il Parco suburbano, con intervento in cemento (tavoli e sedie) dove i gazebo in legno erano stati devastati. Alla fine del suo mandato, Parisi ha dato in gestione (per cinque anni) la pulizia e il rifacimento della struttura all’associazione “Costa Verde” di Furci, che si è subito attivata chiedendo un finanziamento alla Regione. Adesso cosa succede ? Che il contributo non è arrivato, il comune non può intervenire ed il Parco … muore. “Abbiamo pensato di revocare la convenzione – ha dichiarato l’assessore Alessandro Niosi – ma visto che c’è ancora la possibilità di finanziamento per l’associazione che ha fatto richiesta, non ci sentiamo di far perdere questa opportunità a Costa Verde”. Ma mentre il Parco suburbano cade a pezzi, per incuria di chi lo gestisce, e considerato che l’associazione non ha un euro in cassa, perché non interviene il comune, con propri operari, almeno per la pulizia dei vialoni? Attualmente il Parco suburbano, una volta fiore all’occhiello di tutta Furci, è chiuso alla fruizione pubblica. Il divieto di ingresso impedisce ai visitatori e turisti di potervi accedere e ciò crea comprensibili disagi tra i vacanzieri. Anche la gente del posto è amareggiata. Quel polmone verde, ubicato vicino la pineta, a monte del centro abitato, nelle belle giornate (sia d’estate che d’inverno) è stato da sempre punto di riferimento per le famiglie del circondario, che si sistemavano dentro i gazebo, o sotto qualche grosso albero, per consumare dei fugaci pasti. Adesso tutto è vietato. Il comune non interviene, l’associazione “Costa verde” aspetta il finanziamento per prendere provvedimenti ed i villeggianti restano fuori. A che vale, avere una struttura di questo calibro, unico prototipo del comprensorio, e lasciarlo lì a marcire?