Roccalumera – A conclusione delle indagini dei magistrati messinesi, che hanno portato all’arresto di quatto persone per truffa ai danni dell’Unione Europea, di cui ieri abbiamo dato ampio resoconto, un ruolo importante lo hanno avuto undici povere famiglie di Roccalumera, coinvolte in questa triste vicenda. Famiglie registrate dall’Agenzia per la Erogazione in Agricoltura dei fondi dell’Unione Europea come facoltosi proprietari terrieri, ma in verità si tratta di 11 poveri nuclei famigliari che non hanno neanche i soldi per comprarsi la spesa. Sono stati raggirati da una banda di quattro persone, con in testa Roberto Scipilliti, 53 anni del posto, che approfittando della loro miseria si è fatto consegnare i documenti di riconoscimento con la prospettiva di ottenere, in futuro, dei contributi per la loro povertà. Ma il meccanismo in verità era un altro. I documenti venivano inoltrati ai due complici, Attilio Amore impiegato presso il Centro Assistenza Agricola di Catania e a Grazia Giudice funzionaria presso il Cac di Letini (finiti agli arresti domiciliari), che falsificavano i documenti, istruivano le pratiche, per poi inoltrarle alla Comunità Europea. Nel carteggio, con firme false, comparivano le undici famiglie di Roccalumera tutte proprietarie di vasti appezzamenti di terreno a Bagheria e nel Siracusano e che per sistemare i latifondi necessitavano migliaia di euro, che loro non avevano. Per percepire le somme dalla CE e per il successivo accredito necessitava però un conto corrente, che gli undici poveri capifamiglia non avevano. Per cui sono state consegnate agli interessati dieci euro (come ha fatto il messinese Enrico Guerrera, anche lui ai domiciliari) per aprirsi un conto Postapay in un qualsiasi ufficio postale. L’ingranaggio si è inceppato quando alle famiglie sono state accreditate le somme dalla Comunità Europea. Si tratta, come dicevamo prima, di gente povera, che naviga nella miseria, che stenta a sopravvivere, e che quando si è vista accreditare tutte queste somme (tra le quindici e le diciottomila euro) non intendeva più ridarle allo Scipilliti. Ma alla fine non è stato così, perché il 53enne di Roccalumera si è fatto consegnare mediante pesanti minacce quasi tutto il denaro. Da qui la truffa ai danni dell’Unione Europea che avrebbe fruttato complessivamente circa 200mila euro. Il Gip Maria Teresa Arena ha avviato pure le procedure per il recupero di tale somma, suddivisa tra i quattro indagati e gli altri undici soggetti di Roccalumera coinvolti, che hanno senza titolo beneficiato delle erogazioni dell’Agea (Agenzia per la Erogazione in Agricoltura) e che sono stati denunciati in stato di libertà per i reati di truffa aggravata e di falsità ideologica commessa in atti pubblici. La somma è stata in parte ripresa. Ma dalle povere famiglie, che da questa triste vicenda hanno potuto usufruire di appena mille o duemila euro, sicuramente ci sarà poco da recuperare.