Roccalumera – “Non c’è un punto di riferimento, siamo allo sbando. Se non si fa rete non si può andare avanti e si rischia la chiusura dei negozi”. E’ l’amaro sfogo di Franco Barletti (nella foto) già assessore al commercio e presidente in passato dell’associazione dei commercianti “Arco”. Un imprenditore passato alla politica ed ora ritornato alla guida del proprio negozio e di una piccola azienda che realizza artigianalmente lampadari da salotto. A Roccalumera in questi ultimi anni, almeno il trenta per cento delle attività commerciali ha chiuso battenti ed i negozianti sono in profonda crisi. “Non abbiamo al comune un punto di riferimento – ha chiarito Barletti – in quanto manca l’assessorato al ramo. Inoltre non c’è più coesione tra i vari commercianti. Manca una rete di collegamento per potenziare la categoria”. L’ex assessore ha spiegato pure gli sforzi profusi in passato per dare un impulso alla categoria. “Ho cercato di mettere in rete un Centro Commerciale Naturale, riuscendo a responsabilizzare circa 120 tra commercianti ed artigiani. Una novità che non è stata percepita dagli amministratori che si sono succeduti, neanche dalla passata amministrazione che ha istituito il senso unico sulla Nazionale, penalizzando fortemente i commercianti”. L’associazione Arco (Artigiani e Commercianti) del presidente Barletti si è successivamente sciolta e la categoria è tornata allo sbando. Parecchi imprenditori lasciati soli e aggrediti dalla crisi economica hanno venduto la licenza, oppure hanno chiuso. Adesso le forze nuove della categoria chiedono maggiore attenzione dal comune e dalle istituzioni. “Per prima cosa – ha dichiarato il commerciante Santino Metauro – chiediamo al sindaco che ci designi un assessore con cui dialogare. Poi se è possibile avere una stanza dove poterci riunire, perché abbiamo in mente di realizzare delle fiere-mercato lungo il territorio comunale”. Sarebbe opportuno che si costituiscano in associazione i commercianti e gli artigiani di Roccalumera, prima di programmare delle singole iniziative. Ovviamente con il benestare dell’assessore al ramo, di cui l’amministrazione Argiroffi dovrebbe al più presto dotarsi.