Roccalumera – Non solo il decreto, sono arrivati anche i soldi dalla Regione Sicilia, e questo ha fatto tirare un sospiro di sollievo agli amministratori comunali e alla cittadinanza tutta. Stiamo parlando dei due milioni ed 800 mila euro che Roccalumera deve all’Ato e se non avesse estinto il debito in breve tempo il comune sarebbe andato in dissesto, con danni incolmabili per i cittadini e per il paese. Ieri al protocollo del comune è arrivato il decreto Ddg n. 2184 dell’assessorato regionale per l’Energia e dei Servizi di pubblica utilità, del Dipartimento regionale dell’acqua e dei rifiuti con il quale si conferisce al comune la somma di 2.500.078 euro e allegato al decreto anche l’accredito delle prime due rate, di euro 500.015 ciascuna. Nel decreto viene pattuito che la terza, la quarta e la quinta rata verranno erogate nei tre anni a venire, e precisamente il 30 aprile 2014, 2015 e 2016. L’accredito sarà sempre di 500.015 euro . Il debito di 2.800.000 euro con l’Ato sarà estinto entro il 2016, mentre il comune di Roccalumera dovrà versare alla Regione Siciliana 280 euro l’anno, per dieci anni. Si chiude una delle pagine più tristi della vita amministrativa del paese. Perché se non fosse stato approvata dalla Regione il Piano di rientro il comune sarebbe andato in dissesto. E ciò avrebbe mortificato per dieci anni sia gli amministratori comunale come tutti i cittadini. Roccalumera con i suoi 4500 abitanti è uno dei comuni più prestigiosi del comprensorio jonico, sia perché punto di riferimento con i centri collinari di Pagliara e Mandanici sia, e soprattutto, perché sede dell’unico svincolo autostradale tra Messina e Taormina. L’assessore che ha curato tutta la vicenda, e che ha fatto da trade union tra Regione e comune di Roccalumera, è stato il vice sindaco Biagio Gugliotta, il quale ha espresso “via soddisfazione per aver raggiunto l’obiettivo in pochi mesi”. In verità in soli quattro mesi è stato evitato che il comune venisse travolto da un debito che in nessun altro modo sarebbe stato possibile pagare, se non , appunto, con il Piano di rientro. Adesso bisogna stringere un po’ la cinghia per poter far fronte, e quindi pagare, i tanti mutui ed i pagamenti con la Regione.
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