SANTA TERESA DI RIVA – “Se stiamo facendo pagare il massimo di imposte e’ per pagare gli oltre 2,5 milioni di euro di debiti lasciati dalla precedente amministrazione comunale. E gli ex amministratori, andandosene per volere popolare, si sono presi pure il trattamento economico di fine mandato!”. A tuonare è il sindaco Cateno De Luca all’indomani del putiferio scatenato in città per l’annuncio che i tributi a Santa Teresa di Riva, già al massimo, sono destinati ad aumentare per costituire un fondo di solidarietà per aiutare le famiglie in difficoltà. E’ sempre colpa degli altri, della loro cattiva amministrazione e per avere rappresentato un costo per la comunità visto che non hanno rinunciato alle loro indennità di carica come ha fatto De Luca e tutti i suoi amministratori, consiglieri compresi. Già. Ma se già si pagava salato per ripianare i debiti lasciati dalla vecchia amministrazione (secondo De Luca), perché tartassare chi le tasse già le paga per costituire questo fondo di solidarietà? E gli evasori perché non si stanano? Il sindaco non ci sta ed annuncia per Natale un confronto pubblico in cui darà conto di ogni euro speso, ma soprattutto renderà pubblici “i nomi e cognomi degli evasori ( ex amministratori ed impiegati comunali inclusi !!!) con relative somme evase” e chiude affermando (testualmente) che “non ha timore del giudizio della comunità, ma solo di quello di Dio”. Attento, sindaco, alla legge sulla privacy.
Già, non l’ha presa proprio bene, la contestazione che ha avuto per questa idea di aumentare ancora le imposte comunali “per aiutare il prossimo”. Evidentemente ha ragione di temere il giudizio divino, perché quello degli uomini, a quanto pare (vedi presunto sacco di Fiumedinisi), si sta avvicinando. Ma questo è un altro paio di maniche che non ci interessa affrontare in questa sede. Abbiamo raccolto alcuni commenti (anche postati su facebook) alla notizia dell’arrivo di nuove imposte per i contribuenti di Santa Teresa di Riva (che tra breve si vedranno arrivare la tassa di scopo per realizzare lo svincolo autostradale di Barracca) che dovranno contribuire ad aiutare le famiglie in difficoltà avendo il sindaco intenzione di costituire un fondo di solidarietà a disposizione di coloro che si trovano in difficoltà o che non hanno reddito e non possono pagare le imposte. Per quanto riguarda questo aspetto, però, il sindaco si è lasciato prendere la mano, perché chi non ha reddito le imposte erariali non le paga, mentre deve pagare acqua, spazzatura, luce eccetera. Ecco, forse per l’acqua e la spazzatura il comune potrebbe fare qualcosa, senza ricorrere ad annunci da fiera. Difatti il progetto è quello di chiedere l’effettuazione di lavori socialmente utili in cambio dell’esenzione dalle imposte comunali. Ci vorrà un apposito regolamento che l’amministrazione comunale non mancherà di far redigere a qualche esperto, magari ad uno dei due già ingaggiati per la costituzione dell’Ufficio Tributi a 40 mila euro (circa) all’anno, che secondo dato forniti dalla stessa amministrazione ha scovato (anzi, avrebbe scovato) una evasione di quasi 4 milioni di euro. Francesco Vito, scrive: “Ritengo che l’opzione di fare pagare tutti con il massimo dell’aliquota consentita non sia la soluzione migliore. Sarebbe da valutare l’opzione di eventi di solidarietà di carattere locale in cui si raccolgono fondi da destinare alla solidarietà a favore dei cittadini (realmente) più bisognosi”. Un avvocato in gonnella, tra i più gettonati professionalmente a Santa Teresa di Riva, commenta: “Pagare più tasse perché guadagno di più? Mi piace essere ricca e felice e quindi è giusto pagare una tassa per esserlo”. Naturalmente ci prega di mantenere l’anonimato. “L’anno scorso – ricorda Andrea Rifatto – in consiglio comunale venne bocciata la proposta della minoranza di creare un fondo di solidarietà con borse lavoro utilizzando emolumenti e gettoni di presenza di giunta e consiglio”. Anche Pasquale Turriciano ha voluto dire la sua su questa idea del sindaco di copiare Bill De Blasio, il nuoov sindaco di New York, che vuole togliere ai ricchi per dare ai poveri: “E’ un film già visto, copiare le idee degli altri perché non se ne hanno di proprie serve solo a gettare fumo negli occhi. E poi sempre parole, parole, parole”. Carmelo Cutrufello è più duro: “Si tratta del solito giro di valzer, come già ha datto per la casa dell’acqua o per i broker assicurativi. I soliti annunci”. Andando i giro i soliti commenti pro e contro, ma quando chiedi una dichiarazione per il giornale, declinano l’offerta. A Santa Teresa di Riva alcuni sono così: chiacchiere da bar e basta. Assumersi la responsabilità di dirla come la si pensa diventa un’erta insormontabile: è meglio farsi i fatti propri. Ma questi di cui stiamo parlando non sono forse fatti che riguardano tutta la comunità e quindi ognuno di noi? E’ meglio probabilmente lamentarsi che alzare la testa e protestare.