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Da Forza D’Agrò e S.Alessio un no a Scifì. Hanno perso il treno nel ’48 dice la Fichera

FORZA D’AGRO’ – Altro che “secessione”: il sindaco di Forza D’Agrò, Fabio Di Cara, dice “no” al distacco del territorio della frazione Scifì, il sindaco di Sant’Alessio, Rosa Anna Fichera, dice “no” alla offerta di annessione di Scifì. I ricorsi al Tar sono il passaggio obbligato, dopo la firma da parte dell’assessore regionale per le autonomie locali, Patrizia Valenti, del decreto che dichiara ammissibile la procedura di scorporo del territorio della frazione Scifì e autorizza il sindaco di Forza D’Agrò ad indire il referendum, così come richiesto dal comitato “Pro Scifì”, che però palesa qualche perplessità sul mancato coinvolgimento degli elettori di Sant’Alessio (il referendum lo voteranno a Forza D’Agrò e Scifì). Ma sentiamo le reazioni dopo la notizia pubblicata ieri da Gazzetta del Sud e che ha messo in subbuglio i due comuni. La reazione del sindaco di Sant’Alessio, Rosa Anna Fichera, è veemente, anche perché ricorda lo sgarbo che gli scifiesi fecero nel 1948 al padre, Giuseppe, poi divenuto primo sindaco di Sant’Alessio con l’autonomia da Forza D’Agrò, quando “la notte andarono a dormire come frazione di Sant’Alessio, e la mattina si svegliarono come frazione di Forza D’Agrò”. “Scifì ha perso il treno nel 1948 con quel voltafaccia – ci dice il sindaco Fichera – che fecero a mio padre. Ancora devo leggere il decreto dell’assessore Valenti e dopo con la mia giunta ed il consiglio prenderemo le decisioni più opportune per il nostro Comune. Il fatto, però, che non siano stati coinvolti in questa scelta anche gli elettori di Sant’Alessio non lo gradisco affatto. Si tratta pur sempre di una variazione territoriale che modificherà anche gli attuali assetti politici e amministrativi del nostro comune. Siamo per allargare i confini, su questo non c’è dubbio, ma è anche vero che dobbiamo essere tutti d’accordo e valutare bene quello che ciò comporta. Non si possono vanificare dall’oggi al domani anni di sacrifici e di impegno civico da parte degli alessesi. Comunque sia chiaro a tutti: seguirò con molta attenzione l’evolversi di questa situazione e non lascerò nulla al caso”. E riaffiorano i ricordi di quella cruenta separazione della frazione Sant’Alessio dal comune-madre Forza D’Agrò. Acredine che deve essere rimasta nel dna dei forzesi che oggi, a distanza di 65 anni, non vogliono subire un altro rimaneggiamento territoriale. Fabio Di Cara, attuale sindaco di Forza D’Agrò, non ha peli sulla lingua: “Diciamo no allo scorporo della frazione Scifì per una questione territoriale e perché il nostro comune ha investito parte delle proprie risorse per garantire, negli anni, servizi e strutture. E stavolta chiameremo il consiglio ad esprimerssi sulla questione visto che nel 2008 non è stato possibile farlo perché l’opposizione alla proposta di Scifì era stata presa dal commissario che allora reggeva il comune. Stavolta sarà il consiglio liberamente eletto dai nostri concittadini di Scifì e di Forza D’Agrò ad esprimersi su questo referendum ed a decidere il da farsi. Io sono propenso a ricorrere al Tar per far valere le nostre ragioni. Avrei capito se Scifì avesse chiesto di separasi per diventare comune autonomo, ma aggregarsi ad un altro comune sa tanto di ripicca medievale. I motivi che hanno accampato per separarsi nel terzo millennio non hanno più alcuna ragione. Saremo vigili”. Per il comitato “Pro Scifì” costituito nel 2008, replica uno dei portavoce, l’avv. Filippo Brianni. “Non si tratta di secessione bensì di accorpamento ad una entità più grande ed a noi più vicina, così potremmo avere guardia medica, trasporto scolastico e servizi vicini, senza dover andare a Forza d’Agrò. E non è una guerra, ma un’iniziativa assolutamente ragionevole che qualcuno ha interesse a trasformare in guerra perché vive di politica e sa che è un’iniziativa giusta e solo buttandola in baruffa può distrarre l’attenzione dai reali motivi. Il Comitato è felicissimo perché dopo quattro anni la Regione ha riconosciuto le nostre ragioni, dichiarandole fondate e dichiarando ammissibile la complessa procedura. Certamente è vero ciò che tu hai scritto, che non abbiamo gradito la scelta di non far votare anche S. Alessio: penso che nessuno possa negare che ciò sia del tutto illogico per i motivi che tu hai ben sintetizzato. Grazie ancora a Santino Mastroeni, Salvatore Coglitore e Salvatore Trimarchi per il supporto tecnico”. Un po’ di storia che ricaviamo dal volume “San’Alessi nel Novecento” di Carmelo Duro. L’appartenenza di Scifì a Forza D’Agrò è stata sempre motivo di discussione sin dagli anni Trenta quando il comune di ForzaD’Agrò comprendeva anche la frazione di Sant’Alessio ed estendeva i propri confini dal torrente Agrò al torrente San Filippo (oggi in territorio di Letojanni). Nel 1934 la Prefettura stabilì che Scifì doveva restare con Forza D’Agrò “per evitare una forte sperequazione di imponibile”. Nel 1935 ci fu una petizione degli scifiesi direttamente a Benito Mussolini, che manco rispose. Nel 1948 S.Alessio ottiene la separazione da Forza D’Agrò ma Scifì optò per Forza D’Agrò (come ha ricordato il sindaco odierno Rosa Anna Fichera). Oggi le nuove generazioni tornano alla carica mentre la storia li ha già superati visto che già si parla di accorpare i piccoli comuni. E se si tornasse ad un comune unico Forza D’Agrò – Sant’Alessio? Già, e il Municipio dove lo facciamo? (gi.pu.)

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