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E’ l’ing. Francesco Crinò l’assessore rinviato a giudizio per abuso d’ufficio

FURCI – E’ l’ing. Francesco Crinò, 56 anni, attuale assessore nella giunta guidata da Bruno Parisi, ad essere stato rinviato a giudizio perché imputato del reato di abuso d’ufficio “perché nella qualità di componente della Commissione Comunale Permanente Urbanistica – Assesso del Territorio e Piano Servizi del comune di Furci, omettendo di astenersi in presenza di un interesse proprio, nella seduta del 12 ottobre 2007, dopo aver preso visione della proposta di modifica del Regolamento edilizio comunale e delle norme di attuazione del Prg, predisposta dal responsabile dell’ufficio urbanistica, richiedeva, congiuntamente agli altri componenti, alla Commissione Edilizia Comunale una modifica all’artt. 23 delle norme di attuazione, a lui favorevole”. Modifica che veniva successivamente adottata dal consiglio comunale nella seduta del 7.11.2007 e poi approvata con decreto del 2009 dall’assessorato territorio e ambiente. Procurando a tre proprietari di un terreno confinante un danno ingiusto. Che – si legge nell’ordinanza del pm Adriana Sciglio – “consiste nel riconoscimento in sede di consulenza tecnica d’ufficio disposta in grado di appello – alla sentenza del giudice civile del 27 luglio 2004 che lo vide soccombente tanto che il giudice lo aveva condannato all’arretramento dei corpi di fabbrica edificati al confine tra il fondo Crinò ed il vicolo Scalisi in guida da conseguire il rispetto della distanza di metri cinque da detti edifici, con riferimento alle pareti finestrate,e di metri 3 con riferimento alle pareti cieche – , in riforma alle conclusioni assunte in primo grado, della conformità del posizionamento dei fabbricati dell’appellante (il Crinò, ndr) a quanto previsto dal vigente strumento urbanistico proprio in virtù delle modifiche ed integrazioni richieste dallo stesso Crinò, quale componente della suddetta commissione- Reato commesso in Furci e Messina in epoca prossima all’1 dicembre 2010”.

Crinò è difeso dall’avv. Carmelo Saitta di Roccalumera.

La parte civile dall’avv. Giovambattista Freni che, tra l’altro, si è opposto alla richiesta di archiviazione per il sindaco Bruno Parisi. Che secondo il pm “non integrerebbe l’ipotesi di reato di cui all’art. 328 cp” nonostante la parte lesa avesse chiesto con raccomandata del 28 giugno 2010 di revoca in autotutela della modifica apportata all’art. 23 del regolamento edilizio. Il pm ha argomentato che “la revoca di un atto in autotutela rientra nella discrezionalità del pubblico ufficiale” e che “il pubblico ufficiale non è obbligato a rispondere per illustrare le ragioni della mancara revoca”. Sul “caso Crinò” si attendono le decisioni “politiche” del sindaco Bruno Parisi e, ovviamente, dell’interessato.

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